CAPALBIO – “L’8 marzo non è solamente una data sul calendario, ma un modo di vivere rivolto al rispetto e alla collaborazione per risolvere le difficoltà delle donne”. È quanto dichiarano Patrizia Puccini e Marzia Stefani, rispettivamente assessore alle Pari opportunità e alle Politiche di pianificazione del territorio del Comune di Capalbio, a nome di tutta la giunta Chelini. “Oggi più che mai, se pensiamo alla crisi in Ucraina e all’alto numero di donne e bambini che stanno cercando asilo anche nel nostro Paese, le istituzioni, le scuole, le associazioni e i cittadini in generale devono riuscire a fare rete ed aiutare coloro che si trovano in una situazione disperata. Dobbiamo cercare di accogliere e di integrare – proseguono Patrizia Puccini e Marzia Stefani – le persone che fuggono dalla guerra. E le istituzioni, a tutti i livelli, devono attivarsi per fornire gli strumenti necessari per facilitare la quotidianità delle donne e dei loro bambini”.
“L’emergenza è evidente”, spiega Stefania Rosca, presidente della commissione Pari opportunità. “Non possiamo purtroppo immaginare tutte le complicazioni che nasceranno dalla guerra. Possiamo però lavorare fin da subito per costituire un sistema di supporto e di integrazione per chi arriverà nel nostro Paese. La nostra commissione metterà al servizio della comunità, con particolare riferimento alle donne e ai loro bambini, le proprie competenze e sensibilità per favorire l’accoglienza e gli aiuti fino a quando la crisi umanitaria non sarà terminata”.
Da sempre la comunità capalbiese è attiva a tutela, supporto e difesa delle donne, grazie anche alla collaborazione con l’associazione Olympia De Gouges, che presto avvierà un progetto nelle scuole dell’infanzia per la gestione delle emozioni dei bambini. “Dobbiamo educare al rispetto fin dalla più tenera età – dice Roberta Zandomeneghi, referente del punto di ascolto di Capalbio dell’associazione Olympia De Gouges. È molto importante che i bambini siano educati al dialogo, alla socialità, al rispetto degli altri e a riconoscere e rifiutare la violenza. Un bisogno che oggi è ancor più attuale, se pensiamo ai traumi e alle paure che tante persone, giovani o meno, si porteranno dietro dalla crisi in Ucraina. Gli ultimi anni contrassegnati dalla pandemia hanno modificato la nostra quotidianità, aggravando situazioni di disagio e di violenza di genere. Dobbiamo cercare di offrire un servizio forte ed immediato, senza lasciare nessuno indietro. Nessuna sarà mai sola”.