CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Sono un ex fumatore. Sono stato un fumatore seriale. Cominciamo dall’inizio Quando ho acceso la mia prima sigaretta non erano così noti gli effetti nocivi, si fumava in ogni luogo anche in Chiesa.
Il fumo faceva parte della nostra esistenza. Si fumava al ristorante, al bar, al cinema, sugli autobus, sui treni, sugli aerei, negli ospedale insomma dappertutto. Se andavi in ambulatorio dal medico trovavi posacenere colmi di cicche e magari durante la visita paziente e medico si accendevano una sigaretta.
Era il non fumatore che faceva specie.
Ne accendevi una poi un’altra e nel giro di poco tempo ti ritrovavi a far parte del club dei tabagisti. Poi cominciavi a pensare di smettere ma rimandavi il tutto ad un secondo momento. Non ci riuscivi. La nicotina e la gestualità te lo impedivano.
Poi vedevi persone che fumavano anche più di te che avevano smesso e una punta d’invidia si affacciava prepotente. “Hanno smesso perché hanno dei problemi di salute, se ne avessi anch’io, farei altrettanto” pensavo per giustificare la mia debolezza. Intanto continuavo a fumare. Non riuscivo a smettere. Leggevo libri miracolosi ma niente.
Poi un’idea: “Domattina posticipo di un’ora l’accensione della prima sigaretta”. Alle otto non avevo ancora fumato. “Ma se ho aspettato un’ora posso aspettarne due” mi sono detto. Arrivo alle nove, niente fumo. Una specie di “diavoletto” mi diceva “accendila”. “Voglio provare ad arrivare alle dieci” gli rispondo. Ci riesco.
Vado avanti così e dopo cena non ho ancora fumato. Voglio provare ad andare a letto senza accenderla. Mi addormento. La mattina alle sette mi sveglio con il solito desiderio. “Ma se ho retto un giorno posso provare anche il secondo” penso dubbioso. Sono passati anni da allora ma ricordo che si fumava anche in chiesa.