CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Il chinino stava subito sotto le sigarette straniere alle mie spalle, quando ero dietro il banco della “privativa” “dell’appalto”.
Era contenuto in alcune bustine appoggiate in una scatoletta di legno. Accanto le cartine per fare le sigarette a mano, un tipo di colore rosa e uno celeste.
Sempre allo stesso livello, i pacchetti di trinciato, il nazionale e il forte, le spuntature di sigaro e il tabacco da “biascico”.
Per tutti gli anni in cui ho aiutato in tabaccheria non ne ho mai venduta una busta. “Babbo a cosa serve il chinino?”
Le risposte erano chiare “per curare la febbre malarica”. “Ma se è una medicina perché non la vendono in farmacia?”. Non ho mai avuto una risposta.
A volte mi mettevo a leggere ciò che era impresso nella busta: Chinino di Stato, inchioda la febbre a 37*.
Mi tranquillizzava sapere che se mi fosse venuta la malaria avrei avuto la medicina giusta a portata di mano, in bottega.