GROSSETO – “Aumento del prezzo dei carburanti: se non arrivano urgentemente dei correttivi per molti autotrasportatori sarà più conveniente spegnere i motori ed incrociare le braccia. Una scelta legittima e comprensibile ma che avrebbe delle preoccupanti ripercussioni su tutto il Sistema Italia visto che da noi l’80 per cento delle merci viaggia su gomma” Mauro Squarcia, presidente settore Trasporti di Confartigianato Grosseto lancia un nuovo appello alle istituzioni per ricordare le condizioni in cui chi opera nel settore è costretto a lavorare.
“Siamo a un punto di non ritorno – ribadisce – gli stessi autotrasportatori che non si sono mai fermati nei lunghi mesi di lockdown, che si sono sempre impegnati per portarci le derrate alimentari e per evitare il tracollo del paese oggi sono abbandonati a se stessi e stanno vivendo un momento particolarmente critico a causa del costante aumento dei costi dei carburanti; rincari che crescono da un anno e mezzo senza prospettiva di uno stop a breve termine. Per meglio comprendere la drammaticità della situazione ricordiamo che stiamo parlando di un aumento generalizzato di oltre il 25 % negli ultimi dodici mesi. E’ importante spiegare che tali costi sono insostenibili per le imprese del settore perché non possono essere ribaltarli sui committenti e la logica conseguenza è che i già magri guadagni saranno ancora più miseri. Tutto questo mentre l’inflazione aumenta e i costi non fanno che crescere. Non c’è più tempo da perdere – conclude Squarcia – il Governo deve intervenire con tempestività dando risposte concrete, prima che il malcontento possa trasformarsi in una vera protesta magari con uno stop generalizzato e conseguenze incalcolabili per tutto il comparto economico produttivo italiano”
“L’impennata delle materie prime ha influito sul prezzo del gasolio, oggi il carburante più utilizzato dagli autotrasportatori, tanto che ha raggiunto il prezzo più alto dal marzo del 2013 – spiega Gianluigi Ferrara dirigente responsabile di Confartigianato per il settore trasporti. Alle stelle anche i costi dell’AdBlue, l’additivo liquido che viene iniettato nei veicoli per ridurre le emissioni e renderli più sostenibili per l’ambiente. Conti alla mano possiamo dire che questo sbalzo incide sul settore per oltre 535 milioni di euro, cifra insostenibile per un settore già in ginocchio. Ma non solo – continua – quelle aziende virtuose che hanno investito nella sostenibilità, rinnovando la propria flotta a beneficio dell’ambiente, optando per esempio per mezzi bifuel e a metano, oggi non riescono più a sostenere le spese. Oltre al danno assistiamo dunque anche alla beffa perché i mezzi meno inquinanti rischiano di doversi fermare mentre quelli più vecchi, e quindi più nocivi, acquistano un vantaggio competitivo. Il settore è in affanno – conclude Ferrara – e ha bisogno di interventi urgenti e coerenti se non vogliamo arrivare alla paralisi dell’intero paese”