GROSSETO – «Una proposta assurda, discriminatoria e dannosa». Così Coldiretti Grosseto e Cantina I Vini di Maremma “bollano” la proposta di uno degli ideatori del sistema Nutriscore, Serge Hercberg di aggiungere alla serie di colori e lettere una F con cui bollare di nero tutte le bevande alcoliche indipendentemente dalla gradazione al fine di evidenziarne la pericolosità per la salute.
Dopo il vino annacquato e le etichette allarmistiche come per le sigarette, ecco un’altra “idea” che fa balzare sulla sedia i viticoltori apuani pronti a dare battaglia. «È l’ennesimo tentativo da parte dell’Europa di destabilizzare un settore importante della nostra regione e del territorio grossetano in forte espansione come dimostrano i recenti dati sulle esportazioni dei Doc della Maremma. – commenta Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana e delegato confederale -. Il sistema a semaforo, che l’Europa vorrebbe introdurre, è fuorviante, ed incompleto per il consumatore, dannoso per le imprese e per la prima volta nella storia mette in discussioni i principi della dieta mediterranea che anche recentemente è stata eletta la migliore al mondo, la più salutare; una dieta che si fonda proprio sul consumo regolare di un bicchiere di vino ai pasti. E’ evidente la totale incoerenza di queste due visioni».
Coldiretti ritiene infatti improprio assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino. «Sono proposte che provocano sconforto e preoccupazione alla luce di un settore in forte espansione sia a livello regionale che locale con i Doc della Maremma. – analizza Massimo Tuccio, presidente Cantina I Vini di Maremma –. È chiara la volontà, anche se si tratta di una proposta, di attaccare il comparto più importante della nostra agricoltura, che fa economia, occupazione e brand, senza però aver fatto i conti con gli effetti che potrebbe innescare lungo tutta la filiera. Non ci sono solo i viticoltori. Un altro aspetto è quello legato alla disinformazione e alla quantità consumata. Vale per il vino così come per qualsiasi altro prodotto alimentare. Non bastavano solo i cinghiali ed i rincari di queste settimane».
Sullo sfondo, in verità, c’è la carne sintetica, che Coldiretti ha duramente contestato anche recentemente, proprio in Toscana, con una iniziativa a tutela delle stalle e della bistecca fiorentina simbolo del Made in Tuscany . Ma non solo. L’attacco al vino arriva alla vigilia della revisione del regolamento di ripartizione dei fondi Ue della promozione dei prossimi anni che rischia di prevedere tagli dei fondi destinati propria al vino oltre che alla carne, ai salumi e alla birra. «Dietro questo schema – spiega Milena Sanna, direttore Coldiretti Grosseto – c’è una precisa strategia delle multinazionali che vorrebbero sostituire il cibo naturale con quello sintetico. Ribalteremo i banchi in Europa per contrastare l’idiota meccanismo dell’etichetta a semaforo».