GROSSETO – In occasione della Giornata del ricordo il Comitato sezione Anpi “Elvio Palazzoli” ripercorre il momento storico e ricorda le vittime delle foibe.
«Nel 1947 un giovane Sergio Endrigo abbandona Pola e dopo oltre 20 anni nel 1969, quando tutto il mondo sogna una nuova stagione di speranze, la ricorda con una canzone intima dal titolo emblematico, 1947. Si trova con la sua famiglia a vestire i panni del profugo, come tanti altri, chi dall’Istria e dalla Dalmazia verso l’Italia e chi dall’Italia verso la nuova Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. È un altro atto di una serie di eventi tragici scatenati da anni dalle retoriche fasciste e razziste dei regimi dittatoriali, quello italiano per primo, responsabili dell’ultimo conflitto mondiale e dei drammi che ne seguirono».
«Un territorio come quello della Venezia Giulia, Istria, Fiume e Dalmazia da sempre terra di confine, multilingue e multiculturale, fu violentato dal nazionalismo nato dalla retorica fascista, con l’imposizione brutale di una sola cultura, di una sola storia e la volontà di soffocare la ricchezza della diversità. Ricordiamo che nel 1938 Mussolini promulgò le famigerate leggi razziali con un feroce discorso razzista pronunciato proprio a Trieste contro i popoli slavi. Poi fu scatenata l’invasione della Jugoslavia, l’Italia insieme a tedeschi e ungheresi, con rappresaglie, fucilazioni in massa, distruzione di villaggi e deportazioni in campi di concentramento».
«In questo contesto, dopo la sconfitta delle forze fasciste, avvenne l’orrore delle foibe, che condanniamo senza se e senza ma, pur con la necessaria comprensione delle ragioni storiche che le causarono all’interno della complessa vicenda del confine italo-sloveno, richiamato dalla legge istitutiva della giornata. Non fu una “pulizia etnica” verso gli italiani, ma una resa dei conti generale, soprattutto politica, che si svolse in tutta l’Europa verso camicie nere, SS, militari e civili legati all’apparato di occupazione, collaborazionisti, ostaggi, sloveni, croati, tedeschi, avversari politici e tanti innocenti».
«L’insistenza con cui viene riproposta la ricostruzione della “pulizia etnica” contro gli italiani è la dimostrazione che l’Italia non ha fatto i conti con il proprio passato, con quello che ha rappresentato il fascismo, con le responsabilità di aver invaso altri paesi, di aver esercitato la violenza razzista contro intere popolazioni e causato un conflitto mondiale».
«Come sezione Elvio Palazzoli, in coerenza con le posizioni dell’Anpi, pensiamo che la giornata del ricordo, in continuità e non in contrapposizione alla giornata della memoria, debba riferirsi alle vittime delle foibe all’interno del ricordo delle vittime di tutte guerre e le criminali e incancellabili responsabilità del fascismo».