SANREMO – Vincono Mahmood e Blanco (si sapeva dalla prima serata). Si chiude così, con seconda Elisa e terzo Gianni Morandi, la 72° edizione del Festival di Sanremo.
Ecco le pagelle:
Matteo Romano 6. Si parte con il diciannovenne che racconta di un amore sofferto e discusso. Sì, pare che i due abbiano litigato (vista l’età e quel viso pulito che non avevo nemmeno quando andavo all’asilo dalle suore) in giocattoleria. Una cosa terribile. Bambini non litigate!
Rkomi 6. Tra i debuttanti, a mio parere, uno dei migliori. Ha un piccolo problema con gli indumenti in pelle nera, ma giura che ci sta lavorando. Fonzie.
Zanicchi 5. Dopo il “figurone” con la Cesarini e dopo la gaffe con Drusilla Foer, ci aspettiamo di tutto. “Non perdiamoci di vista” a Boccelli è quotato alla Snai a 1.01. Scusi, lei conosce Sanremo? Sono Amadeus, faccia lei.
Massimo Ranieri 5.5. Tratta un tema attualissimo: gli italiani che migrano negli Stati Uniti d’America. A fine esibizione fa un endorsement particolarmente sentito: “Segnatevi il nome Giulio Andreotti. È un politico molto giovane, ma presto ne sentirete parlare”. Futurista.
Dargen D’Amico 6. La canzone è poca roba, una via di mezzo tra “Una vita in vacanza” de Lo stato sociale e “Ringo star” dei Pinguini tattici nucleari. Però riesce a crearsi un certo seguito, gli occhiali da sole diventano un simbolo di riconoscimento e tutti lo acclamano. Guru.
Irama 7. Questa volta fa davvero bene. “Rompe le catene” (visto anche l’outfit) e finalmente si prende la scena. Buongiorno, principessa!
Michele Bravi 6.5. C’è chi l’ha ascoltato cantando “Inverno dei fiori” e chi mente. Classico pezzo che, giorno dopo giorno, matura e viene fuori. Bene quando canta, meno quando parla. Dart Fener.
La rappresentante di lista 8. Meritavamo di più, il settimo posto non è male ma nemmeno l’America (e qui torna in auge il signifiato del brano di Ranieri?). Peccato, poteva andare parecchio meglio. Matteo Berrettini.
Emma 8. Allora, preciso: non ho il poster in camera. Però, ragazzi, ha messo così tanto ordine e distanza dalla maggior parte dei competitors che non si può che applaudire. Consiglio politico: se Conte se la portasse dietro al prossimo congresso dei Cinque stelle, sai quanti problemi in meno? Con un paio di assoli trasformerebbe le correnti grilline in misere pozzanghere chete. Dittatura.
Mahmood e Blanco 7. Salgono sul palco e la sala stampa affoga nella propria saliva. Vinceranno, non c’è dubbio. Intorno a loro circola così tanto amore incondizionato (e ingiustificato?) che si prenderebbero il primo posto del festival mettendo in musica il prezzario di una lavanderia della periferia di Padova est. “Vincono sicuro” cit. Fassino.
(Sì, gufavo. Ma è stato inutile).
Sangiovanni 6.5. Io un “decino” su di lui ce l’avrei buttato. “Farfalle”, alla fine, funziona. La quota era gustosa. Bukowski.
Gianni Morandi 6.5. Ha retto il colpo e parato tutte le palle. D’altronde, con quelle mani… Manuel Neuer.
Achille Lauro 7.5. Sale sul palco con un Martini in mano. Fa ballare (zia) Mara e la moglie di Amadeus. Diffonde luce e gioia. Beve, butta giù l’asta del microfono e risplende con un completo rosa. È il primo Achille senza tallone. Conquista tutto. Cin cin!
Truppi 0. Colui che non deve essere nominato, dopo cinque giorni di kermesse, non ha trovato una camicia. Ma nemmeno una tovaglia da arrangiare alla bona. Lucia puoi dire qualcosa?