MAREMMA – Anche quest’anno dall’inizio del mese di gennaio gli ornitologi del Centro ornitologico toscano (Cot), hanno percorso in lungo ed in largo paludi, laghi e aree umide di tutta la nostra regione per censire l’avifauna acquatica: anatre, oche, gru, aironi e trampolieri che ogni inverno, giungendo dalle regioni più settentrionali dell’Europa, si radunano per trascorrere l’inverno in Toscana.
Questa attività è promossa a livello internazionale da Wetlands International, coordinata in Italia da Ispra, e realizzata a livello regionale dal Cot, associazione che dal 1984 si occupa di ricerca sugli uccelli in Toscana.
In totale sono stati registrati circa 100.000 uccelli acquatici dal personale del Cot, all’uopo abilitato da ISspra. Le anatre complessivamente hanno registrato oltre 46.000 presenze: l’alzavola con 27.500 individui è la specie più numerosa, presente in Toscana con numeri di rilevanza nazionale e che quest’inverno ha fatto registrare concentrazioni importanti a Fucecchio, Bientina e Montepulciano; notevole anche la presenza di oche selvatiche, presenti con 3.462 individui, concentrati principalmente nel grossetano.
Anche l’appariscente Fenicottero figura tra le specie più numerose, con un totale di 5.971 esemplari, distribuiti soprattutto nelle lagune costiere maremmane. Negli ultimi anni si è assistito alla diffusione anche in Toscana dell’Ibis sacro, una specie esotica invasiva la cui diffusione genera preoccupazione per il possibile impatto su altre specie, che raggiunge in inverno numeri importanti, con un totale di oltre 1.900 individui registrati. Al contrario, totalmente spontanea e naturale è stata la colonizzazione da parte del Marangone minore, una specie di piccolo cormorano, dalla distribuzione europea più orientale, che da qualche anno si sta insediando in Toscana, per un totale di 92 individui, distribuiti tra la Val di Chiana e la Piana Fiorentina. Anche la Gru ha visto negli ultimi anni un costante incremento, con oltre 1.000 esemplari presenti in Maremma (oltre il 90%) e a San Rossore.
Le aree umide della Maremma (Padule di Bolgheri, Diaccia Botrona, Parco della Maremma, Lagune di Orbetello e Lago di Burano), nel loro complesso rappresentano il principale comprensorio nella regione, con un complessivo di 44.923 di uccelli presenti, ma ormai da una decina di anni stanno assumendo una crescente rilevanza le zone umide di Fucecchio e Bientina.
Il sito che ha registrato il più alto numero di presenze è stato proprio il Padule di Bientina, tra le provincie di Lucca e Pisa, una zona di bonifiche ed aree umide residuali, in gran parte trasformate in pascoli e coltivi, che dimostrano però ancora una notevole potenzialità per l’avifauna svernante con un totale di 13.727 uccelli. Seguono in questa classifica, la Diaccia Botrona (Castiglione della Pescaia) 13.518, il Padule di Fucecchio 12.932, la Laguna di Orbetello 11.675 e il Lago di Burano 8.158.
Questi censimenti nel corso degli anni hanno permesso di raccogliere una grande quantità di dati e informazioni sull’avifauna svernante: dati questi che, andandosi a sommare a quelli raccolti nello stesso periodo da migliaia di volontari su tutto il territorio europeo, permettono di definire con precisione la consistenza delle popolazioni e le loro dinamiche, creando le basi per poter intraprendere strategie necessarie sia per la conservazione e la gestione delle singole specie che, più in generale, per gli habitat. Sulla base di precisi criteri numerici risulta così che i comprensori Diaccia Botrona-Padule Aperto-Parco della Maremma, Laguna di Orbetello-Lago di Burano, Padule di Fucecchio, Padule di Bientina, Padule di Bolgheri sono di importanza internazionale e nazionale per la conservazione di molte specie.
Alla realizzazione dei censimenti collaborano varie strutture, associazioni, enti locali e proprietari di aree private: a loro, così come a tutti i volontari partecipanti, va il ringraziamento del COT.