GROSSETO – «Quello che il segretario provinciale del Pd, Giacomo Termine, e il deputato onorevole Luca Sani non osano dire a proposito dell’emendamento sul decreto legge “milleproroghe”, che chiede di prolungare fino al 2039 le concessioni in scadenza alle centrali geotermiche dell’Enel, è che con tale emendamento il Pd cerca di aggirare quanto sta decidendo il Parlamento europeo sulla base delle indicazioni prodotte dalla Commissione tecnica; questa, nella Tassonomia in approvazione, ha definito quali sono i limiti di emissioni affinché le energie prodotte siano definite sostenibili e siano meritevoli di incentivi pubblici per avviare quella transizione ecologica a contrasto delle emissioni climalteranti”.
A replicare alla proposta di Termine e Sani sulla proroga delle concessioni geotermiche è Potere al Popolo.
«Nonostante le affermazioni false circa l’energia dalle centrali geotermiche – affermano -, ritenuta “pulita” dal Pd, è ormai noto che le centrali geotermiche in Amiata, a parità di potenza elettrica prodotta, emettono più inquinanti delle centrali a carbone, e in Europa, dove si stanno chiudendo le centrali a carbone, le furbizie nostrane non possono passare. Poiché le nuove norme verrebbero applicate alle nuove concessioni e ai nuovi impianti, ecco che la proroga al 2039 è un regalo clientelare e un danno alla collettività, perché in contrasto con gli obiettivi sottoscritti della riduzione delle emissioni dannose».
«I distretti toscani – aggiunngono -, investiti da molti decenni dall’industria geotermica, sono oggi i più poveri della Toscana (reddito pro capite più basso) e con la popolazione di età media più alta della Toscana, sia nell’alta Val Cecina (Larderello e Pomarance) che a Monterotondo e Montieri e in prospettiva in Amiata, poiché gli impianti geotermici caratterizzano il territorio in senso esclusivamente industriale, a bassissima intensità di lavoro, e ovviamente escludono gli investimenti in agricoltura, agriturismo e cultura».
«È necessario ripensare da subito al modello di sviluppo che vogliamo per il nostro territorio, abbandonando quell’industria geotermica dannosa per la salute di chi vive sull’Amiata, costruendo percorsi pubblici e partecipati, per rendere giustizia a una terra martoriata dalla geotermia».
«Ma le “compensazioni ambientali” che l’Enel lascia ai comuni sede di impianti – concludono -, pari a diverse centinaia di milioni all’anno, in Amiata sono anche un’offesa alla popolazione locale, perché da anni in quei comuni si registrano diverse decine di morti in eccesso, a cui concorrono le emissioni delle centrali Enel, come testimonia l’All.6 allo Studio epidemiologico del CNR di Pisa del 2010».