GROSSETO – E’ iniziata la prima seduta per l’elezione del presidente della Repubblica. A Montecitorio i 1.008 elettori stanno votando per il primo scrutinio.
Viste le dichiarazioni delle ultime ore, è praticamente impossibile che oggi sia eletto il nuovo capo dello Stato (ogni giorno si tiene al massimo una votazione). Si andrà avanti domani con il secondo scrutinio, mercoledì con il terzo, e così via: gli orari saranno decisi nella giornata di oggi.
La giornata più attesa è giovedì, il giorno del quarto scrutinio, quando si inizia a fare sul serio. Giovedì, infatti, la maggioranza necessaria per eleggere il presidente scenderà da 2/3 al 50%+1 dei grandi elettori, ovvero da 672 a 505. Le votazioni potrebbero concludersi già quel giorno, se sarà raggiunto un accordo, oppure potrebbero proseguire nei giorni successivi.
Ma come si elegge il presidente della Repubblica?
Prima di tutto, può essere eletto presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici (articolo 84.1).
In base all’articolo 83 della Costituzione, il capo dello Stato è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri (deputati e senatori), con la partecipazione dei delegati regionali. Ogni Consiglio regionale, infatti, elegge tre delegati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.
Oggi ad eleggere il presidente della Repubblica ci sono 315 senatori, sei senatori a vita, 629 deputati (no 630 visto che ieri è deceduto il deputato di Forza Italia Enzo Fasano) e 58 delegati regionali. Causa pandemia, i grandi elettori entreranno alla Camera e voteranno scaglionati. Anche i positivi al Coronavirus potranno esprimere la loro preferenza, votando presso un seggio esterno allestito in un parcheggio accanto a Montecitorio, che potranno raggiungere in auto.
Lo stesso articolo 83 stabilisce inoltre che il voto è segreto e che il nuovo presidente è eletto con una maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea. Se tale maggioranza non viene raggiunta, si procede ad una nuova votazione. Dopo i primi tre scrutini, se ancora non si riesce ad eleggere un candidato, diventa sufficiente la maggioranza assoluta (la metà più uno degli aventi diritto al voto), e ciò accadrà, come detto, giovedì 27 gennaio.
E’ il presidente della Camera, in quanto presidente del Parlamento riunito in seduta comune, a procedere allo spoglio delle schede. Una volta concluse le votazioni, Roberto Fico leggerà una per una ad alta voce le schede, e annuncerà il risultato dello scrutinio, che si stima arriverà dopo le 21.
Una volta che verrà effettivamente eletto il 13esimo presidente della Repubblica, i presidenti di Camera e Senato lo raggiungeranno per comunicargli l’esito del voto.
Il presidente della Repubblica deve poi prestare giuramento, a cui segue la cerimonia di insediamento. In base all’articolo 91 della Costituzione, il capo dello Stato, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune.
Dopo di che, secondo la prassi, il neo eletto passerà all’Altare della Patria per rendere omaggio al milite ignoto. Infine, si recherà al palazzo del Quirinale dove avverrà il passaggio di consegne.