GROSSETO – “Con ieri sera abbiamo tutte le condizioni per poter dire chiuso l’accordo con le organizzazioni sindacali Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl regionali sulla sanità toscana, con il quale termina lo stato di agitazione del personale del servizio sanitario regionale”.
L’annuncio è del presidente della Regione, Eugenio Giani, che questa mattina ha illustrato ai giornalisti l’intesa sul comparto, raggiunta nella notte con le organizzazioni sindacali Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl regionali in materia di gestione delle risorse umane, relativamente a incremento degli organici e fabbisogni del personale, stabilizzazioni, mobilità, progressioni verticali e incremento dei fondi contrattuali tramite conferimento di risorse aggiuntive regionali.
Alla base dell’intesa, alcuni obiettivi condivisi tra Regione e organizzazioni sindacali: “difendere e consolidare il sistema sanitario pubblico e universalistico della Toscana; la necessità e l’urgenza di promuovere una forte azione nei confronti del Governo e del Parlamento per ottenere ulteriori risorse finanziarie finalizzate al rimborso totale delle spese Covid nell’anno 2021 e per sostenere il prosieguo delle attività di contrasto alla pandemia nei prossimi mesi; l’esigenza di rilanciare un modello di relazioni fondato su un confronto periodico per la condivisione degli obiettivi di rafforzamento della sanità pubblica in un quadro che garantisca l’equilibrio economico-finanziario del bilancio sanitario regionale”.
“L’accordo – spiega Giani – prevede punti qualificanti. In primo luogo, il riconoscimento di un’indennità insieme a una politica di assunzioni graduata e concertata. È evidente – prosegue – che lo faremo con grande attenzione, in armonia con quelle che sono le esigenze del nostro bilancio, che è sotto osservazione. Mi preme sottolineare – aggiunge – che non esiste un blocco delle assunzioni, ma una valutazione progressiva delle necessità del personale, per garantire un servizio efficiente di sanità pubblica”.
“Inoltre, nell’ambito del confronto, si procederà a verifiche su fabbisogno di personale e capacità di lavoro “alla luce dello sviluppo che avremo con il Pnrr per attività che sono a servizio del territorio”. Su quest’ultimo punto, il presidente si riferisce alle “Case di comunità, che superano quello che sono oggi le Case della Salute in Toscana, gli ospedali di comunità ossia le strutture per cure intermedie e di riabilitazione, le centrali operative territoriali, che rappresentano l’evoluzione dei distretti”.
“Sono molto soddisfatto di quello che l’intesa può rappresentare per i lavoratori, che vanno valorizzati e motivati, per affrontare al meglio delle nostre possibilità la sfida del Covid”, ha concluso Giani, augurandosi che “l’intesa possa essere confortata dalla base sindacale di rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil”.
“Regione e sindacati sono insieme nel chiedere al Governo il rimborso delle spese Covid e l’irrobustimento del fondo sanitario nazionale per garantire i livelli essenziali di assistenza, ridurre le liste di attesa e assicurare la dotazione di personale necessaria per i nuovi modelli di organizzazione territoriale previsti dal Pnrr – spiega l’assessore Simone Bezzini -. La pressione sul sistema sanitario è stata ed è altissima e il peso che ne deriva non può essere scaricato solo sulle Regioni. Serve urgentemente un tavolo tra Regioni, Ministero della Salute e Mef. Su questo la Conferenza delle Regioni assumerà nuove iniziative nei prossimi giorni e sarà fondamentale che ciò venga accompagnato anche dalla mobilitazione delle parti sociali. È una battaglia comune indispensabile per fronteggiare adeguatamente gli effetti della pandemia e tutelare la funzionalità della sanità pubblica, in un quadro di equilibrio economico e finanziario. La Regione da parte sua ha già stanziato ingenti risorse aggiuntive per sostenere il sistema sanitario e ciò deve essere fatto anche dal Governo. Teniamo presente che la Toscana ha affrontato la pandemia assumendo migliaia di operatori, prevalentemente con contratti a tempo indeterminato. L’intesa con i sindacati è importante anche per altri aspetti, perché riconosce la necessità di una attenta e condivisa programmazione dei fabbisogni, perché trova punti di sintesi su mobilità per interscambio, mobilità volontaria, stabilizzazioni, fondi contrattuali. Si punta anche a migliorare le relazioni sindacali dando continuità ai momenti di confronto”.