GROSSETO – Nel contesto delle iniziative legata alla festa di sant’Antonio abate, patrono degli animali, questa mattina don Jarek Migus, in qualità di cappellano del Cemivet, ha celebrato Messa nella cappella interna alla base militare, che dall’unità d’Italia è sede prestigiosa per la produzione, l’allevamento e l’addestramento dei cavalli. A questa attività, in anni più recenti se n’è aggiunta un’altra altrettanto importante: l’addestramento di cani antimine.
Don Jarek, accolto dal comandante del Cemivet, colonnello Mario Marchisio, e da una rappresentanza della base, dopo la Messa, sul sagrato della chiesetta ha benedetto alcuni dei cani dell’unità cinofila e due cavalli. Ha benedetto anche due cani che per età hanno cessato l’attività e che per problemi di salute non sono più in grado di muoversi autonomamente e che i militari accudiscono sotto tutti i punti di vista.
Poi si è recato a benedire le scuderie, dove si trovano alcuni dei cavalli allevati dalla base dell’Esercito (in totale sono circa 180 i cavalli, comprese le fattrici) e successivamente i cani, schierati coi militari nel campo di addestramento e poi la parte dove sono allevati i cani fino ad un anno di vita. In particolare, ha benedetto i quattro cuccioli di pastore tedesco venuti alla luce un mese fa dalla fattrice Fè. Finito lo svezzamento verranno avviati all’iter formativo e poi alla selezione per l’impiego che li porterà a fornire il loro prezioso servizio alla Forza Armata.
Il Cemivet, assetto strategico della Forza Armata, è una realtà articolata, che unisce componenti specialistiche come, appunto, il gruppo cinofilo, nel quale vengono formati i “binomi” cane-conduttore, utilizzati sia in Italia che all’estero sia per la ricerca in superficie di ordigni esplosivi, sia per il controllo e la sicurezza delle installazioni militari, sia infine per la ricerca di ordigni interrati; sia allevatori e addestratori di cavalli, sia l’infermeria veterinaria.
“Gli animali – ha sottolineato don Migus nell’omelia – sono stati creati per servire all’uomo, ma la storia ci racconta di come anche l’uomo serva gli animali e impara da loro a creare un rapporto col Signore attraverso il mondo creato. Voi – ha detto rivolto ai rappresentanti del Cemivet – siete chiamati a servire il prossimo attraverso gli animali. Impariamo, allora, da loro ciò che dobbiamo compiere nei riguardi del Signore e degli altri. Da loro impariamo la compassione; dai cani impariamo il valore della fedeltà; dai cavalli quello della grazia e della fierezza”.
Il colonnello Marchisio ha ringraziato di un momento di riflessione anche rispetto al lavoro con gli animali, che quotidianamente impegna lui e i suoi uomini. “Gli animali da sempre hanno portato un contributo silenzioso a chi ha vestito una uniforme. Oggi abbiamo ancora nelle nostre fila i cavalli e i cani, entrambi preziosi aiutanti: il cavallo lo impieghiamo prevalentemente per scopi sportivi e per attività agonistiche, ma il suo contribuito prosegue anche dopo aver lasciato il servizio attivo; molti cavalli, nei vari centri ippici militari compreso il Cemivet – vengono impiegati per una attività per la pet terapy continuando così a fornire il loro contributo a favore dell’uomo. Così come dobbiamo essere grati al cane per tutto quello che silenziosamente e con grande affetto fa nei confronti del suo conducente. Noi dobbiamo tanto a loro come silenziosi collaboratori, che spesso chiedono soprattutto affetto e carezze come ricompensa del loro servizio. Purtroppo – ha concluso Marchisio – avremmo voluto che questo momento coinvolgesse più persone e istituzioni, ma la pandemia ci chiede senso della prudenza. Speriamo di ritornare presto a una situazione di maggiore serenità e normalità”.