ISOLA DEL GIGLIO – A dieci anni dal naufragio della Costa Concordia, la Confconsumatori – associazione riconosciuta come parte civile nel processo a Schettino e agli altri coimputati minori – ha come «primo pensiero il dolore delle famiglie che hanno visto morire i loro cari. In secondo luogo il pensiero va alle migliaia di italiani (e non) che, anziché trascorrere un periodo di vacanza e di serenità, hanno vissuto un’esperienza tragica che ha segnato indelebilmente le loro vite. La giustizia italiana, con un sussulto di efficienza ed organizzazione quasi mai vista, è riuscita in tempi pressoché record, per la mole di istruttoria processuale affrontata, a stabilire le responsabilità giuridiche (quelle più gravi in capo al comandante e quelle minori dei subalterni di Schettino) e ha comminato pene esemplari».
«Tuttavia, anche sotto il profilo dei diritti dei consumatori e soprattutto del diritto costituzionale al riposo, quello che è successo è stato di enorme impatto su tutto il settore del turismo da crociera e ha influenzato – e sta ancora influenzando – le scelte turistiche di milioni di consumatori italiani ed europei. Anche il riconoscimento della costituzione di parte civile di Confconsumatori – associazione nazionale che ha rifiutato, assieme a poche altre, qualsiasi frettoloso accordo al ribasso con Costa Crociere – ha da un lato dimostrato che fenomeni nefasti come quello di 10 anni fa costituiscono un danno per la fiducia generale dei consumatori e allarmano le associazioni rappresentative dei loro diritti e dei loro interessi, e dall’altro che fenomeni così gravi riguardano direttamente le stesse associazioni che all’epoca furono coinvolte dalla richiesta di aiuto e dall’allarme di migliaia di consumatori sciaguratamente incappati nell’evento che hanno visto la morte in faccia anziché la meritata vacanza. La sentenza del Tribunale di Grosseto non solo ha confermato questo aspetto ma ha anche riconosciuto un risarcimento non simbolico alle associazioni di consumatori che si sono costituite».
«La Confconsumatori ha assicurato assistenza ad una ventina di naufraghi (diventati soci dell’associazione) che non hanno accettato le prime lusinghe di Costa Crociere e tutti hanno ottenuto, oltre alla sostanziosa provvisionale stabilita dal Tribunale di Grosseto e confermata dalla Corte d’Appello e di Cassazione, equi e sostanziosi ristori commisurati al patema d’animo subito, ai danni morali e patrimoniali giustificati con l’evento inimmaginabile fino a qualche giorno prima del 13 gennaio 2012.
Quello che è avvenuto, al di là della responsabilità delle persone condannate come colpevoli, doveva e deve ancora far riflettere a sufficienza il sistema della sicurezza navale generale del nostro Paese».
«La domanda che si impone alle istituzioni e in primis al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Marco Festelli, attuale vicepresidente nazionale della Confconsumatori che all’epoca ha rappresentato l’associazione in tutti e tre i gradi di giudizio – è sapere quali accorgimenti concreti siano stati messi in atto da chi deve vigilare la sicurezza dei mari affinché una nave da crociera con oltre 4000 persone a bordo sia costantemente monitorata nel suo tragitto come avviene per gli aerei. Quali unità di intervento rapido e massiccio possono intervenire nel giro di pochi minuti per portare soccorsi anche a colossi del tipo della Costa Concordia? Quali accorgimenti sono possibili per rimuovere dal comando un comandante che perde il controllo di una situazione potenzialmente catastrofica? Altre domande vanno rivolte alle compagnie di navigazione turistica: quali misure hanno messo in atto (oltre ad una massiccia campagna pubblicitaria per la vendita dei pacchetti turistico/marittimi partita all’indomani del naufragio, che sinceramente è stata di dubbio gusto) per garantire la sicurezza della navigazione dei colossi del mare? Sono modificati i requisti psico-attitudinali richiesti per l’accesso ai gradi superiori della Marina mercantile? L’addestramento dei comandanti, degli ufficiali, sottufficiali e della truppa è cambiato dall’epoca? Le compagnie di navigazione turistica hanno finalmente capito che il contratto che le lega ai loro clienti non è di trasporto ma quello strettamente turistico e che devono garantire il costituzionale diritto alla vacanza e che in caso di vacanza rovinata il risarcimento non è quello per il passeggero di un traghetto ma il risarcimento del danno da vacanza rovinata con soppressione di un diritto costituzionale? Oggi, nel decennale, le istituzioni e le compagnie di navigazione sono chiamate a fornire ai cittadini-consumatori queste precise risposte perché la commemorazione abbia un significato concreto e cresca la fiducia».