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ISOLA DEL GIGLIO – Ha passato ore interminabili sugli scogli di Giglio Porto a guardare quel relitto enorme della Costa Concordia che il 13 gennaio 2012 aveva inghiottito suo fratello Russel, 33 anni e membro dell’equipaggio.
Kevin Rebello, fratello dell’ultima vittima ritrovata, la 32esima, dopo il naufragio nel 2012, ha passato quattro mesi sull’Isola del Giglio, ci è ritornato per il primo anniversario nel 2013 e un’altra volta a settembre dello stesso anno per la manovra di raddrizzamento della nave, il famoso “Parbuckling”. Ogni volta con il cuore pieno di angoscia e la speranza che fosse ritrovato suo fratello.
Sugli quegli scogli Kevin giura a se stesso che Russel sarebbe tornato a casa, in India dalla sua famiglia, ma deve attendere per quasi tre lunghi anni: il corpo di Russel verrà ritrovato soltanto il 3 novembre 2014 a Genova durante i lavori di smantellamento finale della nave. La sua salma viene estratta da una cabina del ponte 8, completamente deformata dallo schiacciamento provocato dalla collisione con la roccia.
Kevin, 47 anni, vive in Italia da 23 anni e quando lo raggiungiamo al telefono si percepisce perfino l’accento del nord. Questa mattina alle 6 è salito su un treno, poi prenderà il traghetto e dopo nove anni ritornerà al Giglio dove giovedì 13 gennaio parteciperà alla commemorazione delle vittime della tragedia. «Ci sarà molta emozione» ammette.
«Nei miei soggiorni sull’isola ho sempre sperato che fosse ritrovato mio fratello, lo volevo finalmente riportare a casa – ricorda Kevin -. Ogni giorno mi svegliavo e almeno lei, la speranza, era di nuovo lì con me. Non ho mai mollato, nemmeno per un secondo. Ho deciso che non mi sarei arreso finché l’ultimo pezzo della nave non sarebbe stato smantellato».
Infine ha potuto mantenere la sua promessa; Russel riposa nella sua patria India, anche se un funerale «come si deve» si è potuto svolgere soltanto nel febbraio del 2015.
Il legame tra Kevin e Russel era speciale e non aveva a che fare né con il tempo né con la distanza. «L’ultima volta ci siamo visti nel 2008 al porto di Genova dove si stava imbarcando. Di quel momento mi rimane una foto, è l’ultima (vedi sopra ndr). Lui navigava per i mari di tutto il mondo, era difficile anche sentirsi. Dieci anni fa non c’era WhatsApp, ci mandavamo delle mail, poche le telefonate perché lui era sempre al lavoro e poi c’era il fuso orario. Ma non era un problema, anche dopo tanto tempo, quando ci risentivamo era come se ci fossimo appena salutati».
L’ultima telefonata con Russel risale a ottobre 2011 «A gennaio, dopo l’Epifania, ha chiamato la nostra famiglia in India. Nei giorni successivi avrebbe dovuto chiamare anche me». Una chiamata che non arriverà mai «perché poi è successo quello che è successo» dice Kevin.
Dopo la tragedia l’attesa speranzosa di un fratello diventa parte integrante della storia quando si parla del naufragio della Concordia. Kevin conoscerà tutti i soccorritori, sarà intervistato da tanti giornalisti e la sua storia farà il giro del mondo insieme alle immagini di una tragedia immensa che è difficile da comprendere. Tra quelle immagini, appunto, c’è anche Kevin che attende suo fratello per donargli l’ultimo gesto d’amore: riportarlo a casa.