GROSSETO – C’è il preparatore dei portieri del Grosseto e don Franco Cencioni, c’è una studentessa, ci sono un operaio e un’imprenditrice. Sono loro i testimonial della campagna social del Comune di Grosseto a sostegno della vaccinazione.
Da oggi, nelle strade di Grosseto, saranno visibili i 6×3 della campagna “Grosseto si vaccina perché…”, realizzata per promuovere l’importanza della vaccinazione contro il Covid-19.
Una mozione era stata approvata dal Consiglio comunale impegnando il sindaco e la giunta a realizzare una campagna di comunicazione volta a promuovere il ricorso alla vaccinazione anti-Covid19, coinvolgendo l’Azienda Usl Toscana Sud-Est e gli ordini professionali, con l’intento di raggiungere l’intera popolazione locale, sia attraverso una comunicazione diffusa sia attraverso specifiche iniziative sul territorio.
La campagna ha come testimonial cittadini grossetani così da dimostrare il legame ancora più forte con il territorio.
“Ricordiamo così l’importanza del vaccino, gesto di responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri – spiega il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna -. Io ho già fatto la terza dose e sono favorevole alle vaccinazioni, ma sono contento anche della trasversalità politica e ideologica di questa campagna”.
“Abbiamo bisogno di uscire d questa pandemia. Le imprese devono tornare alla normalità. Io sono assolutamrnto a favore dei vaccini – ribadisce il sindaco – credo che molti problemi derivino proprio dalla presenza dei no vax. Se prosegue la campagna vaccinale credo che raggiungeremo al più presto l’immunità di gregge”
Poi il sindaco prosegue: “Chi ancora non ha fatto questo passo, o deve mettersi in pari con le dosi, viene invitato a farlo attraverso la testimonianza di cittadini grossetani che credono in questo strumento per combattere il Covid-19. Dalle parole dei nostri testimonial emerge chiaramente che ognuno di noi ha più di un motivo per vaccinarsi”.
La campagna prevede una serie di affissioni curate da Sistema.
“Ringrazio il Consiglio comunale tutto – dice il presidente del Consiglio Fausto Turbanti – perché la proposta è stata accolta dall’assemblea impegnando l’Amministrazione comunale a fare questo tipo di servizio che senza dubbio sarà utile alla cittadinanza. Questa campagna è frutto di una collaborazione che spero e sono certo possa essere confermata anche in futuro anche su altri temi importanti per Grosseto: lanciamo così un bel messaggio alla nostra città”.
“Questa iniziativa è stata condivisa da tutti i gruppi consiliari – precisa il consigliere di opposizione Carlo De Martis – la politica ha fatto un passo avanti. Questo è prendersi cura della nostra comunità. Vaccinarsi è voler bene a se stessi e agli altri”.
“Gran parte dei problemi che abbiamo deriva dal fatto che in Maremma abbiamo il più alto numero di non vaccinati di tutta la Toscana – afferma Fabrizio Boldrini direttore Coeso -. Non ci sono solo no-vax, ma anche persone confuse, il fatto che siamo pochi in Maremma ci ha difeso durante la prima ondata. Ma adesso non basta più. Se noi riusciremo a vaccinare un numero di persone più alto forse saremo in condizione di battere il virus senza tornare alle chiusure”.
Stessa opinione da parte del presidente dell’ordine dei medici, Paola Pasqualini, che parla di un 80% di non vaccinati tra i ricoverati. “Al momento anche tra i medici abbiamo 13 sospensioni perché non vaccinati, e 40-46 persone in valutazione. Questo numero, molto alto, mi lascia molto delusa”.
Silvia Bellucci in rappresentanza dell’Ordine degli infermieri ha ribadito “L’importanza della vaccinazione a livello comunitario”.
I testimonial sono Don Franco Cencioni, l’imprenditrice Chiara Carratelli, il preparatore dei portieri dell’Us Grosseto 1912 Raffaele Ferioli, la studentessa Arianna Buonfiglio e Francesco Petrucci, operaio di Sistema.
“Sono qui a titolo rappresentativo della chiesa grossetana di cui sono un anziano rappresentante – afferma don Franco Cencioni -. L’invito del cardinale Bassetti è a partecipare, con generosa responsabilità, alla campagna vaccinale, così da costruire, uniti, un orizzonte di speranza. È l’occasione di riconoscere la libertà che ci ha consentito di tornare a un incontro visivo nelle celebrazioni liturgiche, sempre nel rispetto delle distanze, così da partecipare pienamente alla nostra preghiera, e costruire insieme l’orizzonte della speranza”.