GROSSETO – Alla nostra redazione è giunta una segnalazione da parte di un nostro lettore sulla sua vicenda personale relativa al Covid-19.
L’uomo ci ha spiegato che verso la seconda metà dello scorso dicembre è risultato positivo al tampone, finendo così in quarantena. Non convinto però dell’esito, ha svolto un secondo tampone (molecolare) nei giorni successivi ed è risultato negativo.
A quel punto, com’è normale che sia, il nostro lettore ha segnalato l’esito del molecolare all’Asl che però ha potuto fissargli un nuovo tampone solo il 30 dicembre. Una data particolarmente “lontana” nel tempo, soprattutto se si considera che il nostro lettore aveva in mano un risultato negativo (successivo a quello positivo che gli aveva fatto scattare la quarantena. Quarantena, dunque, che si protratta anche nei gironi successivi, come se il secondo tampone non fosse mai esistito).
Bene, e così arriviamo al 30 dicembre: terzo tampone ed esito (per fortuna!) negativo. A questo punto la storia dovrebbe concludersi. E invece, purtroppo, non è proprio così: il nostro lettore, seppur non positivo al Covid-19, ancora si trova bloccato nella sua abitazione perché non ha ricevuto la documentazione proveniente dall’Asl per la fine della quarantena.
Lo sappiamo, la situazione è particolarmente complessa: i numeri dei postivi crescono a dismisura e i tamponi da compiere, analizzare e comunicare sono tantissimi. La Asl, così come il suo personale, è sommersa da una marea incombenze. Ciò nonostante, non si può non tener conto anche di chi, una volta negativo, debba attendere le lungaggini burocratiche per poter riprendere la propria vita sia sociale che professionale.