GROSSETO – Va avanti da oltre due mesi lo stato di agitazione proclamato da Cgil, Cisl e Uil per tutto il comparto dell’azienda Usl Toscana sud est, per denunciare la carenza di personale che le strutture sanitarie vivono. “Nulla di concreto è stato ancora fatto nonostante numerosi incontri e impegni presi – dichiarano i segretari Salvatore Gallotta (Cgil Fp), Luciano Biscottini (Cisl Fp) e Sergio Sacchetti (Uilfpl) di Grosseto -. La nostra denuncia voleva prevenire quello che sta accadendo in questi giorni, in cui gli operatori sanitari e tutte le altre figure professionali, già stremate da due anni di emergenza continua, vedono ridotti riposi e ferie, raddoppiati i turni di lavoro e le responsabilità, spesso impedite le mobilità e limitati i diritti come lavoro part time, aspettative, permessi”.
“Tutto questo personale fatto di infermieri, oss, tecnici di laboratori e di prevenzione, assistenti sanitari – continuano le organizzazioni sindacali – , che adesso non ha quasi ricambio, deve garantire anche i servizi necessari a far fronte alla quarta ondata pandemica, con la riapertura dei reparti Covid, dei centri vaccinali e delle centrali di tracciamento, senza che sia stato fatto nulla per evitare il ripetersi di situazioni che si sono già vissute un anno fa. Quanto si deve attendere, ancora, per sbloccare le assunzioni e immettere forza lavoro ed energie nuove in un sistema sanitario così sotto pressione? Già nei giorni scorsi, preoccupati per l’aumento dei contagi, avevamo chiesto alla dirigenza dell’azienda Asl di aumentare il personale, ma le nostre istanze sono state inascoltate”.
“Ci chiediamo – continuano Gallotta, Biscottini e Sacchetti – se il direttore generale dell’Ausl Toscana sud est, l’assessore Bezzini e il presidente Giani siano consapevoli di cosa accade davvero sui territori. Sono consci del fatto che per potenziare le centrali di tracciamento si tolgono tecnici competenti dalle attività ispettive per la sicurezza nei luoghi di lavoro, quando ogni giorno si registrano incidenti anche mortali? Ci si rende conto che medici, infermieri ed oss nei centri vaccinali sono sottratti ai reparti ospedalieri, ai pronto soccorso e a tutte le altre attività ordinarie. Le graduatorie concorsuali vigenti o le convenzioni con le agenzie interinali per il reclutamento del personale sono state attività con contagocce e rischiamo di trovarci a gestire un fine anno davvero problematico, con ricoveri in aumento e scarse risorse umane a gestirli. Risorse che ce la stanno mettendo tutta ma che sono oramai al limite delle forze fisiche psicologiche. È evidente che non si è stati in grado di programmare per tempo e che adesso serve, con urgenza, un nuovo piano straordinario di assunzioni, altrimenti ci troveremo, nei prossimi mesi, al collasso dei servizi sanitari”.