GROSSETO – «Le imprese artigiane, che esercitano la loro attività in capannoni classificati catastalmente in categoria D, pagano l’IMU con l’aliquota massima del 10,6 per mille e non beneficiano della aliquota agevolata alL’8,6 per mille, valida invece per gli immobili, classificati in categoria C, posseduti e utilizzati direttamente dal proprietario regolarmente iscritto all’Albo delle Imprese Artigiane e, persino, per quelli concessi in locazione o comodato con contratti regolarmente registrati a soggetti iscritti all’Albo delle Imprese Artigiane». Questa la nota del consigliere comunale della Lega Giacomo Cerboni.
«Questa differenziazione, che crea evidentemente iniquità all’interno del medesimo comparto produttivo, è stata messa in evidenza dalle principali associazioni locali rappresentative degli artigiani già dalla fine del 2020. E, nel corso del 2021, l’Amministrazione comunale ha preso consapevolezza della problematica, confrontandosi sia con l’Agenzia delle Entrate che con le stesse Associazioni di categoria per valutare possibili soluzioni».
«Per questo, nei giorni scorsi ho depositato in Consiglio comunale una mozione che propone di applicare la medesima aliquota IMU (non superiore al 8,6 per mille) su tutti gli immobili in cui sono svolte attività artigiane, indipendentemente dalla categoria catastale degli immobili stessi. Se il Consiglio comunale approverà la mozione, già a partire dal 2022 anche le imprese artigiane che svolgono la loro attività in immobili di categoria D non pagheranno più l’IMU con l’aliquota massima del 10,6 per mille, ma potranno beneficiare della aliquota agevolata».