GROSSETO – Prende corpo, in Diocesi, la fase più operativa del cammino sinodale della Chiesa italiana, che si innesta nel più grande percorso aperto da papa Francesco il 10 ottobre scorso, del Sinodo di tutta la Chiesa proprio sul tema della sinodalità.
A fine novembre il vescovo Giovanni ha partecipato, a Roma, all’assemblea della Cei, che si è dedicata specificamente ai nuclei essenziali del Sinodo. Nel frattempo, a Grosseto, il vicario generale don Paolo Gentili, ha presieduto la riunione con la quale si è insediata l’equipe sinodale, che avrà il compito, in Diocesi, di animare e tenere desta l’attenzione delle parrocchie, dei movimenti, delle realtà associative e – più in generale – di tutto un popolo sul cammino che la Chiesa sta provando a compiere.
La Cei ha chiesto che ogni Diocesi nomini due referenti locali del cammino sinodale: il vescovo Giovanni ha affidato questo compito allo stesso vicario generale, don Paolo, e a una laica, Carla Guida, che curerà più specificamente anche il servizio di segreteria.
Nel contempo, il vescovo ha nominato anche l’equipe diocesana, che si è insediata giorni fa in occasione di un incontro di oltre due ore, che si è tenuto nei locali della parrocchia Madre Teresa di Calcutta e che è stato, esso stesso, un primo “assaggio” di sinodalità, fatto di esperienze diverse che si sono incontrate, di condivisione e di pianificazione.
“La scelta dei membri dell’equipe – spiega don Paolo – non è stata tanto per rappresentanza, ma di taglio esistenziale e vocazionale. Si è cercato di sottolineare alcune presenze, in una Chiesa a maglie larghe nella quale qualcuno porta più la tonalità della memoria, altri portano più la tonalità del futuro, ma siamo tutti intorno al Vangelo che ci guida. Abbiamo, così, il parroco più longevo della nostra diocesi, don Giovanni Tumiatti, 90 anni, che è anche quello più appassionato al tema del Sinodo e l’ultimo sacerdote ordinato, che è don Andrea Pieri, 27 anni. E poi religiosi, laici coinvolti in varie realtà ecclesiali, una giovane coppia, due laici cattolici impegnati nella vita pubblica. Siamo, infatti, abbastanza speranzosi che si possa far politica vera, senza essere imbrigliati solo in logiche di parte. Si tratterà – continua don Paolo – di camminare insieme”.
Oltre, dunque, a don Paolo Gentili e a Carla Guida, fanno parte dell’equipe sinodale diocesana Bianca Martone, docente religione e responsabile dell’Ordine francescano secolare (Ofs) di Santa Lucia; Giacomo D’Onofrio, direttore dell’ufficio diocesano per le comunicazioni; don Giovanni Tumiatti, parroco di Buriano; don Andrea Pieri, vice parroco di Ribolla- Roccatederighi e assistente diocesano Acr; Susanna e Raffaele, giovane coppia di sposi di Nomadelfia impegnati anche nel servizio diocesano di pastorale giovanile; fr. Gabriele Maria Monnanni, religioso francescano e parroco di San Francesco; Marco Rossi, presidente dell’Azione Cattolica; suor Angela e suor Margherita, religiose della nuova comunità che vive a Casa Myriam a Marina di Grosseto; don Marjan Gjini, parroco della Madre Teresa e vicario della zona pastorale urbana; Rita Bernardini e Giacomo Cerboni, quali laici cattolici impegnati nella vita pubblica. Entrambi sono consiglieri comunali; Edoardo Borgia, giovane imprenditore e presidente Unitalsi, per portare dentro il cammino sinodale la dimensione della sofferenza e della malattia, ma anche l’attività agricola che da sempre connota questa terra. Due laici saranno indicati, rispettivamente, dai vicari delle zone pastorali Ombrone-Bruna e Collinare-Costiera.
Per facilitare il cammino, oltre all’equipe diocesana saranno chiesti alle Parrocchie degli animatori di ogni singola comunità, “che possano un po’ muovere questa attenzione nelle cose che già si fanno, perché diventino risposte al Sinodo”.
La prima fase sarà quella di favorire l’ascolto, individuando modalità che lo facilitino. “Ci sarà tempo fino ad agosto per poi restituire alla Cei, che a sua volta manderà una sintesi della Chiesa italiana alla segreteria del Sinodo, le sollecitazioni che ci arriveranno dal basso, cioè dalla Chiesa diocesana”. In che modo favorire l’ascolto e creare occasioni che lo stimolino sarà compito dell’equipe sinodale individuare i percorsi più adatti e più capaci di coinvolgimento.
“Un punto fondamentale del percorso del sinodo non sarà raddoppiare le iniziative, le cose da fare, gli impegni, ma vivere in stile sinodale, cioè con una maggiore ambizione di comunione, quello che si fa e gli eventi che ci saranno. Sinodo è camminare insieme, è cioè la comunione che nasce dall’esperienza con Gesù”.