PITIGLIANO – La festa di Hannukah o festa delle luci o anche della dedicazione è una ricorrenza ebraica che ricade tra la fine dell’autunno e l’inverno (25 di Kislev del calendario ebraico). Ed è anche l’unica festa ebraica che – almeno in uno degli otto giorni liturgici – viene celebrata pubblicamente a Pitigliano, nella deliziosa sinagoga della Piccola Gerusalemme, insieme alla popolazione e generalmente con la presenza del vescovo e dei rappresentanti del clero diocesano.
Anche quest’anno, la scorsa domenica, il tempio di Pitigliano si è animato di gente – benché in numero limitato a causa del Covid – e illuminato delle otto lampade della Hannukah, accese da alcuni dei presenti. Primo tra tutti dall’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede S.E. Raphael Shutz, arrivato da pochi giorni in Italia e che ha voluto essere presente a Pitigliano come una delle sue prime missioni. Poi don Giacomo Boriolo incaricato diocesano per il dialogo interreligioso, don Marco Monari e quindi Irene Lauretti assessore alla cultura del Comune e altre persone intervenute.
Al termine i presenti si sono spostati nel museo diocesano di Palazzo Orsini, dove a tutti sono stati offerte le «sufganiot» e le frittelle con anice e uvetta, i dolci tipici pitiglianesi di questa festa ebraica, in un momento tanto semplice quanto familiare.
Dunque un incontro di preghiera e convivialità comune tra la fede ebraica e cattolica, che ancora una volta ha messo in risalto la preziosa e peculiare identità di Pitigliano, la Piccola Gerusalemme, e per estensione della Diocesi, dove la storia più o meno recente molto ha da testimoniare e conservare nei termini del dialogo e della convivenza. Soprattutto quanto questa peculiarità possa essere mantenuta a testimonianza per le nuove generazioni e non solo. Ormai Pitigliano sta divenendo conosciuta anche per questo aspetto di fondamentale importanza, messo in risalto anche dal progetto nato in Diocesi di convegni periodici internazionali e locali, con incontri incentrati sul dialogo religioso e sulla cultura mediterranea.
Come ogni anno Elena Servi, presidente dell’associazione La Piccola Gerusalemme, prima dell’accensione delle lampade, ha ricordato il significato della festa e il miracolo di Hannukah, avvenuto nel 165 a.C., quando Giuda Maccabeo (in ebraico significa «martello») con i suoi 4 fratelli, figli di Mattatia della famiglia sacerdotale degli Asmonei, riconquistò Gerusalemme e riconsacrò il tempio dopo la conquista da parte dei seleucidi (ellenistici) e la profanazione da parte di Antioco IV Epífane. Infatti utilizzò il tempio dedicato all’unico Dio per paganizzare la Città Santa, ponendovi la statua di Giove e imponendo anche il culto con particolare violenza.
Giuda Maccabeo affrontò l’esercito seleucide e benché fosse in minoranza numerica e vinse, riappropriandosi di Gerusalemme e del tempio santo. Provvide anche a riconsacrare il luogo più sacro della terra profanato da Antioco, con riti che durarono otto giorni e illuminando il tempio per tutto il tempo con la fiamma di una lampada sacra. Giuda trovò tra le rovine un’ampolla di olio consacrato che però sarebbe stato sufficiente ad alimentare la fiamma per un solo giorno. Miracolosamente quell’olio benedetto durò invece per tutto il tempo necessario, permettendo così a Giuda di terminare i sacri riti e riconsegnare il tempio purificato e inaugurato agli ebrei, ristabilendo in Gerusalemme e in tutto il Regno la fede nell’unico Dio e Signore dell’universo.
Ogni giorno, all’accensione della lampada corrispondente, questo ricordo viene cantato con le parole «Benedetto sei tu Signore, Re dell’universo, che hai compiuto miracoli per i nostri padri nei tempi passati e in questi tempi», parole e canto che hanno risuonato nella sinagoga di Pitigliano anche quest’anno, intonati dallo stesso Ambasciatore.