SCARLINO -“Se ancora oggi il consigliere Spadi – ha dichiarato Daniele Pizzichi, consigliere comunale Lega Salvini Premier di Follonica – non l’avesse capito l’interesse del territorio è quello di non avere nessun inceneritore, nemmeno quelli che vengono definiti sicuri poiché la piana di Scarlino è un’area già fortemente sfruttata dal punto di vista ambientale”.
“Pertanto è inaccettabile la bocciatura della mozione del consigliere regionale Ulmi che chiedeva al presidente e alla giunta regionale, nell’ambito della propria discrezionalità politica e amministrativa, di esprimere la loro contrarietà all’inceneritore di Scarlino. Soprattutto si evince dalla riposta che la regione Toscana si presta alla sua riapertura”.
“La consigliera Spadi – ha proseguito – insiste nel sostenere la colossale bugia del Pd contro la riapertura dell’inceneritore. Quello di far leva sulla (presunta) poca memoria delle persone è un atteggiamento politico tipico di quella sinistra di governo, le vergognose affermazioni della Spadi non sono nuove e nemmeno sono mancate nel recente passato le repliche che hanno ricordato come l’inceneritore sia stato bloccato a suon di sentenze che hanno visto da una parte i comitati ambientalisti e dall’altra le autorità regionali e provinciali tutte e solo a guida Pd voler aprire l’impianto contro ogni evidenza sui chiari rischi per la salute dei cittadini derivanti dal funzionamento dell’inceneritore”.
“Il consigliere Ulmi ha fatto bene a presentare la mozione e la sua bocciatura è la prova che la volontà della Regione è quella di modificare l’impianto per farlo riaprire. A dirlo nel corso del suo ultimo intervento stampa è lo stesso consigliere regionale Spadi che contraddicendosi afferma che l’assessore regionale Monni ‘sta lavorando per cercare le soluzioni più adeguate per mettere in funzione l’impianto senza provocare danni ambientali'”.
“Roba da non credere – ha continuato Pizzichi -, un gioco delle tre carte che farebbe impallidire anche un bambino. Il punto è che quello di Scarlino è un vecchio forno di pirite ed è impossibile renderlo moderno e sicuro e che la piana del Casone non può sostenere ulteriori carichi ambientali essendo già ampiamente compromessa”.