“Nell’ultima seduta il Consiglio comunale di Grosseto – recita la nota delle Donne di Grosseto città aperta -, chiamato ad adottare gli indirizzi ai quali dovrà attenersi il sindaco per la designazione dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni, ha respinto la proposta di Grosseto Città Aperta che chiedeva che in tali scelte venisse garantito, dove già non previsto dalla legge, il rispetto della parità di accesso di genere”.
“Una proposta che aveva trovato il sostegno di tutte le forze di opposizione, e tuttavia è stata bocciata da Vivarelli Colonna e dalla sua maggioranza che così facendo hanno perso una nuova occasione per valorizzare e rispettare il ruolo delle donne nella società”.
“Mentre per le nomine dei rappresentanti del Comune nelle società partecipate – hanno proseguito – già vigono puntuali disposizioni di legge volte a garantire la parità di accesso di genere, e dunque in tale ambito Vivarelli Colonna non potrà che adeguarsi, per gli enti diversi dalle società partecipate sono invece le singole amministrazioni comunali a scegliere i criteri da seguire”.
“Ebbene, attraverso un emendamento presentato dal Consigliere Carlo De Martis, Grosseto Città Aperta aveva chiesto che il rispetto della parità di accesso di genere venisse effettivamente esteso anche a tali enti, in ossequio tra l’altro ai principi fondamentali del nostro Comune”.
“Lo Statuto del Comune di Grosseto stabilisce infatti che: ‘Il Comune assicura condizioni di pari opportunità tra donne e uomini, valorizza la cultura della differenza anche garantendo la presenza di entrambi i sessi … negli organi collegiali degli enti, delle aziende e delle istituzioni da esso dipendenti'”.
“Con la bocciatura – hanno continuato le Donne di Gca – dell’emendamento di Gca, la maggioranza di centrodestra ha invece approvato un testo che rimette alla più totale arbitrarietà del sindaco il rispetto, o meno, dei principi di pari opportunità, così svuotando tali principi di ogni significato ed efficacia”.
“Ci domandiamo come non si sia stato ancora compreso che la maggiore partecipazione femminile nelle istituzioni e nei processi decisionali costituisce un elemento essenziale nella costruzione di una comunità più aperta a tutti i cittadini e a tutte le sensibilità, e un elemento di democrazia indispensabile per approdare ad una migliore governance della città”.
“E non si tratta soltanto, anche se il problema è evidente, di interessarsi alla pura partecipazione numerica delle donne negli organi di governo locale. E’ necessario che in tutte le politiche pubbliche e a tutti i livelli decisionali la politica prenda in considerazione e analizzi le ricadute di ogni decisione partendo da una semplice domanda: qual è l’incidenza delle azioni politiche su ciascun sesso e che effetti avranno sulle rispettive vite, così diverse le une dalle altre per genere, bisogni e desideri?””
“Perseguire la parità tra i generi nella Pubblica Amministrazione – hanno concluso – significa agire contemporaneamente sui diversi fronti dell’innovazione dei modelli organizzativi, del rinnovamento della classe dirigente, dell’uguaglianza delle opportunità e del riconoscimento del merito e, non ultimo, della capacità delle amministrazioni di promuovere la parità anche nel contesto esterno, ovvero nella comunità di cui siamo tutti parte”.