ORBETELLO – «Ho letto sui giornali ed ascoltato in Consiglio Comunale l’intervento dell’opposizione in merito alla modifica del Regolamento della Commissione Mensa con grandissimo stupore e perplessità» afferma l’assessore alla Pubblica Istruzione Chiara Piccini. «Mi chiedo se, prima di esprimersi su un organo ed un argomento così importanti, si siano veramente informati ed abbiano compreso le sue finalità ed il modo in cui funziona: non si può sempre strumentalizzare ogni azione, con il semplice fine di attaccare la parte politica avversaria».
«Sono stata assessore alla Pubblica Istruzione per cinque anni, ed ho sempre lavorato a fianco degli uffici e soprattutto dei genitori e di tutto il mondo scolastico per cercare di garantire servizi adeguati, e posso dire di conoscere bene un servizio così delicato come la Refezione Scolastica e che richiede molta attenzione e controllo. Si tratta di un ambito in cui la politica non c’entra niente, ed in cui l’amministrazione ha tutto l’interesse a controllare: il servizio è dato in appalto a ditta esterna, che viene pagata per fornire un servizio di qualità e l’amministrazione è il primo soggetto interessato a che il servizio venga garantito nel modo migliore».
«Si tratta di un organismo che di politico non ha nulla – prosegue Piccini -: è un organo che non “decide” ma che fa e raccoglie proposte, in piena trasparenza (garantita dalla presenza numerosa di rappresentanti dei genitori e degli insegnanti). Sarebbe bastato leggere con più attenzione il regolamento, soffermandosi sulle cose veramente importanti, per capire in primo luogo che il presidente nemmeno esprime un voto, ma si limita a convocare le riunioni e a presidiarle, prendendosi carico e raccogliendo le lamentele/proposte, ed impegnandosi a dare un seguito ed una risposta a quanto emerge nell’ambito delle riunioni. Alludere alla possibilità di strumentalizzare e di tacitare le cose significa accusare di connivenza i membri di tali organi, sminuirne il ruolo: è allucinante pensare che un genitore, resosi disponibile a fare parte di questa commissione, non si preoccupi poi di accertarsi che quanto richiesto o segnalato abbia un seguito. E’ utopistico insinuare che si possa “tappare la voce” a qualcuno, vi assicuro che sia i genitori che gli insegnanti che in passato hanno fatto parte della Commissione Mensa hanno fatto sentire la loro voce quando ce n’è stato bisogno, ed hanno portato fino in fondo tutte le loro proposte e richieste».
«La scelta di togliere una rappresentanza politica nella commissione (prima erano due), lasciando la presidenza all’assessore è nata in modo naturale: la Commissione Mensa è espressione dei genitori e degli insegnanti, è sufficiente una sola figura di coordinamento che raccolga in se tutte le richieste, come poi avviene in tutti i Regolamenti delle Commissioni Mensa: probabilmente eravamo l’unico Comune ad avere una doppia figura di rappresentanza. Avendo poi visto che i genitori, in modo naturale e spontaneo, hanno l’abitudine a rivolgersi all’assessore alla Pubblica Istruzione per i problemi e le questioni dei servizi scolastici, è sembrata la cosa più logica da fare. Infine non riesco a comprendere le perplessità dell’opposizione sul peso ponderato dei rappresentanti, che è una forma di garanzia della democrazia e della giusta rappresentanza: se sono delegato a rappresentare 10 persone il mio voto vale dieci, se ne rappresento 30 vale trenta. E tutto questo comunque considerando che il più delle volte la commissione condivide e non va a votazioni».