GROSSETO – In occasione della Giornata mondiale della lotta contro l’AIDS, mercoledì 1 dicembre, l’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale Misericordia, diretta dalla dottoressa Cesira Nencioni, organizza un’iniziativa gratuita di screening e di sensibilizzazione per i cittadini, in collaborazione con Croce Rossa Italiana, sezione di Grosseto.
Dalle 15 alle 19, in piazza Dante a Grosseto, sarà presente un gazebo dove medici e infermieri di Malattie infettive offriranno la possibilità di effettuare, con accesso diretto, il test rapido per HIV in maniera anonima, veloce e gratuita e saranno disponibili per consulenze. Si tratta un test rapido salivare che in pochi minuti è in grado di fornire un risultato. In caso di esito preliminare positivo, il paziente verrà immediatamente preso in carico dagli operatori sanitari presenti, che lo indirizzeranno verso ulteriori accertamenti e quindi all’eventuale percorso terapeutico.
L’iniziativa grossetana chiude la European testing week, la settimana di screening gratuiti per l’HIV e l’epatite C, a cui molte città toscane hanno aderito.
“Dal 2009 al 2020 in Toscana sono state eseguite 3.385 nuove diagnosi di HIV. Si può parlare di una decisa inversione di tendenza, negli ultimi anni, nella modalità di trasmissione di HIV e AIDS – spiega la dottoressa Nencioni – Circa il 90% dei nuovi casi diagnosticati non ha contratto il virus HIV per tossicodipendenza, come succedeva nella fase iniziale dell’epidemia alla fine degli anni ’80, ma per via sessuale. Il dato sottolinea l’evidente abbassamento del livello di guardia da parte della popolazione, soprattutto negli eterosessuali che non si ritengono soggetti a rischio, mentre invece sono una categoria da tenere sotto controllo. La media regionale è di 3,1 nuove diagnosi ogni 100 mila abitanti, la provincia di Grosseto ha una media di 2 nuove diagnosi ogni 100 mila abitanti, con un’età media di 39 anni. L’84% dei casi notificati riguarda il genere maschile. Ancor più preoccupante è che 1 caso di HIV su 4 è già evoluto in AIDS conclamato al momento della diagnosi di sieropositività e il 60% è ‘late presenter’, cioè al momento della prima diagnosi di sieropositività si presenta con un quadro immunologico già compromesso o con una patologia indicativa di AIDS. Senza dubbio questi dati devono farci riflette, il fatto che si parli meno di HIV e AIDS non significa che il virus e la malattia siano scomparsi. Per questo resta di fondamentale importanza mantenere alta l’attenzione con azioni di informazione e sensibilizzazione sull’importanza della diagnosi precoce e sull’assunzione di comportamenti responsabili, come l’utilizzo puntuale durante i rapporti sessuali di mezzi di prevenzione contro le malattie infettive a trasmissione sessuale”.
Negli ultimi decenni la ricerca per la cura di questa patologie ha fatto grandi passi in avanti. Anche se il virus dell’HIV non può essere eradicato completamente, se diagnosticato in tempo e grazie ai farmaci a disposizione oggi è possibile conviverci, con un’aspettativa di vita pari a quella di chiunque altro.