SOVANA – Misteri, storie e leggende: la Maremma è ricca fonte di racconti di ogni genere. In questa terra le storie si legano ai misteri e si vestono di particolari romanzati, che si tramandano per generazioni, trasformandosi in leggende secolari. Credenze popolari che diventano tradizioni, che vanno ad arricchire lo sterminato libro delle favole che hanno nella Maremma lo sfondo perfetto.
Tra queste troviamo la leggenda della mano di Orlando. Ma di cosa si tratta? In realtà la mano di Orlando non è altro che un macigno tufaceo dalla forma strana (appunto somigliante ad una grande mano chiusa), che si erge lungo la strada provinciale che da Sorano porta a Sovana, davanti al bivio per Pitigliano.
La leggenda racconta che Carlo Magno chiese aiuto a Orlando per espugnare la città di Sovana dopo innumerevoli fallimenti. L’eroe della Chanson de Roland arrivò in Maremma con il suo cavallo bianco certo di vincere. La città, invece, contro ogni aspettativa riuscì a resistere: a nulla servirono gli attacchi del grande cavaliere francese.
Orlando, preso dal dolore della sconfitta, si inginocchiò davanti ad un masso e iniziò a pregare, e lo fece con così tanta enfasi e trasporto stringendo il masso tanto forte da lasciare impressa nel tufo la forma delle sue dita, per sempre.
Non abbiamo certezza sulla vera storia del masso dalla forma strana. C’è chi dice che le insenature servivano per far passare delle corde, altri raccontano che sarebbero state utilizzate per osservare l’ambiente circostante durante i periodi di guerra. Infine, l’ipotesi più accreditabile, è che le “dita” della mano di Orlando non siano altro che il segno del tempo e degli agenti atmosferici sulla roccia.