FOLLONICA – “Gli ennesimi attacchi al teatro prima nella forma del cartellone teatrale e poi nella figura del direttore artistico e del suo compenso sono triti e ritriti. Sono l’ennesima dimostrazione di chi non vuole entrare nel merito delle scelte e si riduce a fare una mera questione di costi”, scrivono, in una nota congiunta, il Partito democratico e Follonica a sinistra per Andrea Benini.
“Dal momento in cui è stato avviato il progetto del teatro – prosegue la nota -, questa amministrazione ha approvato in consiglio un atto nel quale si faceva chiara menzione ai costi che questo progetto assumeva, precisando quale fosse la strada politica che si intendeva attuare. Nei 15 anni passati la città ha investito quasi 20 milioni di euro per la riconversione a fini culturali dell’area ex Ilva: l’idea era quella di creare un polo d’eccellenza. Il nostro dovere di amministratori è di fornire alla città e al territorio intero un modello alto di progettualità e la dovuta visibilità che un tale investimento necessita e merita. La politica dovrebbe occuparsi dei contenuti, discutere sulla visione futura della città e non scendere sempre e solo nel merito della contabilità, che peraltro è chiara e trasparente”.
“Lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo con forza – proseguono Pd e Follonica a sinistra -: quanto Eugenio Allegri ha fatto e fa per questa città è patrimonio di tutti, è lavoro prezioso che riesce a conciliare occasioni nazionali e internazionali con le realtà associazionistiche cittadine, con la scuola, con i docenti e con gli studenti. Questo non sembra affatto importare all’opposizione: come se non si rendessero conto di quanta fiducia, rispetto e partecipazione questo legame tra cittadinanza e teatro ha saputo crearsi intorno”.
“Quanto vale secondo l’opposizione il lavoro umano, intellettuale e progettuale di Eugenio Allegri? – si legge ancora nella nota -. Potevamo scegliere di rinunciare a tutto questo, fare una stagione teatrale diversa e probabilmente avremmo avuto lo stesso il pubblico, ma volevamo osare di più. Volevamo un progetto di sviluppo culturale che fosse in grado di lavorare su più linguaggi teatrali, che ci portasse anteprime nazionali, che ospitasse residenze d’artista, che sviluppasse progetti con la scuola tutta, dai 3 anni ai 18, che scegliesse temi e argomenti significativi per la nostra epoca e li portasse alla discussione pubblica attraverso il linguaggio del teatro (diritti civili, diritti umani, diritti sociali, parità di genere, migrazione e sicuramente divario generazionale). Abbiamo coinvolto migliaia di studenti, aperto un giornale che solo noi in Italia produciamo con un percorso in collaborazione con gli studenti, abbiamo coinvolto l’associazione dei ristoratori della città nella gestione del Foyer. Ogni anno, con trepidazione, scuola e associazioni aspettano il tema lanciato dal direttore artistico perché diventa momento per tutti di riflessione, discussione e dibattito. Stiamo iniziando a dare vita ad un percorso formativo dove per la prima volta tutte le associazioni cittadine che afferiscono al mondo dello spettacolo si trovano a ragionare e a provare a costruire un percorso insieme”.
“Quanto vale questo lavoro? Sì, lo ammettiamo: è difficile dirlo – vanno avanti le forze politiche -. Ma di sicuro vale ogni euro del contratto del direttore e degli altri collaboratori e dipendenti del teatro: come richiede la nostra costituzione, infatti si tratta di lavoro dell’ingegno e, come ogni forma di lavoro, va adeguatamente retribuito e riconosciuto. Difficilmente a costo zero si lavora bene e si può credere di far sviluppare un Paese o si può pensare di sviluppare progetti di alta qualità e professionalità”.
“Basterà leggere le poche righe che andranno ad aprire il primo numero di Fila Q nei prossimi giorni per capire e comprendere il lavoro di Eugenio Allegri, direttore artistico del Teatro Fonderia Leopolda. Invitiamo le opposizioni a leggerlo con attenzione”, concludono Pd e Follonica a sinistra.