GROSSETO – “Le comunità bahá’ì di tutto il mondo stanno commemorando la vita di Abdu’l-Bahá, figlio del fondatore della Fede bahá’ì, Baháʼu’lláh, a cento anni dalla sua morte. Nato a Teheran nel 1844, Abdu’l-Bahà fu testimone fin dalla nascita del messaggio religioso portato dal padre e incentrato sui principi della pace universale e dell’unità del genere umano”, così si legge nella nota della comunità bahá’ì di Grosseto.
“Per gran parte della sua vita, Abdu’l-Bahà visse però in prigionia, condividendo con il padre, Bahá’u’lláh, i tanti decenni di reclusione ed esilio a causa delle azioni dei governanti degli imperi persiano e ottomano. Liberato nel 1908 dalla città prigione di Akká, in Palestina, Abdu’l-Bahà si dedicò a diffondere in tutto il mondo il messaggio del padre. Dal 1910 al 1913, dopo mezzo secolo di prigionia, viaggiò in Europa e in Nord America, conversando con migliaia di persone senza distinzioni di etnia, cultura, genere, religione o provenienza sociale. In molti dei suoi discorsi, incoraggiò la fondazione di istituzioni locali bahá’í e guidò nascenti iniziative educative, sociali ed economiche”.
“Esempio degli insegnamenti bahá’í – ha proseguito la nota -, tra i quali, la libertà da tutte le forme di pregiudizio, la nobiltà dell’essere umano, la parità tra donne e uomini e l’armonia tra scienza e religione, ‘Abdu’l-Bahá fu inoltre interprete autorevole di centinaia di scritti lasciati da Bahá’u’lláh. Tante le persone, allora e oggi, che continuano a trarre ispirazione dal suo esempio nel lavorare per l’unità, per la pace tra le nazioni, il superamento dei pregiudizi e la giustizia sociale”.
“Il centenario del trapasso di ‘Abdu’l-Bahá vuole quindi rendere omaggio alla sua opera e al suo costante servizio disinteressato all’umanità. Le celebrazioni del centenario del suo trapasso sono già iniziate in Terra Santa riunendo rappresentanti nazionali da tutti i continenti e proseguiranno in tutto il mondo il 26-27 novembre. Nella città di Grosseto si terranno il venerdì 26 novembre 2021 alle ore 17:30 alla sala della Circoscrizione Pace in via Unione Sovietica 44/a.”
La comunità bahá’í in Italia
“La storia della Fede bahá’í in Italia – ha continuato – ha origine agli inizi del ‘900 quando credenti bahá’í americani si fermarono nella penisola nei loro viaggi verso la Terra Santa dove si recavano per visitare ‘Abdu’l-Bahá, il figlio di Bahá’u’lláh. Nel corso degli anni sono apparse le prime comunità, che si sono successivamente radicate nel territorio, dando origine a una struttura organizzativa progressivamente più complessa. Oggi in Italia, i bahá’í sono circa 5000”.
“La comunità bahá’í italiana è rappresentata dall’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia, che nel 1966 ha ottenuto il riconoscimento come ente di culto ed è composta da nove membri eletti dai delegati dell’intera comunità italiana. Ispirati da insegnamenti come l’unità del genere umano, l’origine divina di tutte le religioni, l’uguaglianza dei diritti dell’uomo e della donna, la totale eliminazione di pregiudizi, l’armonia fra scienza e religione, l’unità nella diversità, la protezione dell’ambiente, e altri, animati da quello che i loro scritti definiscono “spirito di servizio”, i bahá’í italiani, come i loro correligionari di tutto il mondo, lavorano per l’esecuzione di un progetto di trasformazione spirituale e sociale”.
“Il loro impegno – ha concluso la nota – trova espressione in una grande varietà di azioni e attività, che essi svolgono sia da soli sia collaborando con persone e istituzioni che condividono questi ideali. Essi cercano di rafforzare i legami della famiglia (il primo tassello della società), si occupano dell’educazione spirituale di bambini e adolescenti, si impegnano per consolidare i legami sociali nei quartieri dove vivono promuovendo una cultura improntata alla devozione, al servizio e al dialogo che faciliti l’interazione con le minoranze, senza alcun senso di superiorità o di esclusivismo”.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.bahai.it scrivere all’indirizzo grosseto@bahai.it.