FOLLONICA – „Benini scarica le responsabilità sulla Soprintendenza ma la verità, per l’ennesima volta, è un’altra: l’ex Ilva può essere valorizzata (termine burocratico che significa in buona sostanza “acquisita a patrimonio comunale”) se l’amministrazione interessata presenta alla Stato un piano dettagliato di recupero dell’area in tutta la sua interezza con indicate in maniera incontrovertibile le coperture finanziarie certe utili al recupero degli stabili. Insomma l’Ilva non si spacchetta, tutto o niente». A parlare è il consigliere comunale della Lega Daniele Pizzichi.
«Ma non è finita qui, poiché il decreto che regola queste operazioni aggiunge che le coperture non riguardano solo i danari per il recupero dei plessi ma devono essere anche indicate le risorse per mantenere a decoro l’area (stabili e terreni) per un periodo non inferiore a 25 anni».
«Insomma l’Ilva è un operazione onerosa che per la sua natura può cambiare gli equilibri del bilancio comunale e condizionare lo sviluppo di tutta la città».
«Quello che si è fatto fin qui è stato come sfogliare la margherita: alcune aree (vedi teatro la Leopolda e Magma) sono state recuperate, altre sono ancora lì in attesa dei denari che servono per la loro manutenzione straordinaria».
«Dagli atti in mio possesso è evidente che le carte presentate fin qui all’Agenzia del demanio così come alla Soprintendenza non possono essere considerate alla stregua di un piano di valorizzazione, ma poco di più che una dichiarazione d’intenti. Non mi meraviglia, pertanto, che il comune stia correndo ai primi ripari andando a realizzare il progetto per il recupero del muro magonale, della torre dell’orologio e della piazza antistante il teatro. Solo un inizio dopo anni di promesse condite da convegni ed iniziative che hanno sempre trascurato l’aspetto economico».