GROSSETO – «La sentenza, storica e inappellabile, in adunanza plenaria, del Consiglio di Stato apre una nuova fase, tanto agognata, per la provincia di Grosseto e per tutto il Paese, soprattutto per i comuni costieri, in merito alla gestione delle spiagge e dei lavoratori del comparto» a dirlo la segreteria provinciale della federazione “Raniero Amarugi” di Rifondazione comunista.
«Una fase dal sapore europeo, basata sull’abbattimento di privilegi che nulla hanno a che vedere con un’economia moderna. La sentenza scaturisce dalla direttiva Bolkestein, contro la quale Rifondazione, negli anni passati, è stata in prima linea per opporsi e per limare alcuni aspetti che compromettevano i diritti dei lavoratori. Ma in linea generale, se l’Unione Europea sceglie la concorrenza per dirigere l’economia, che concorrenza sia: e non solo per i lavoratori e le piccole imprese, ma anche per le attività altamente lucrative, come gli stabilimenti balneari».
leggi anche
«Sappiamo che sarà una transizione complessa, nella quale i Comuni dovranno farsi carico di enormi oneri amministrativi, per i quali, riteniamo, lo Stato ed il Demanio debbano premiare i territori con una parte degli introiti risultanti dalla messa a bando delle concessioni: al momento infatti tutto il canone ricevuto dai gestori finisce nelle casse del Demanio, senza nessun vantaggio per i comuni».
«Nel dettaglio, si tratterà di aprire a più cittadini la possibilità di fare impresa e partecipare attivamente sul settore balneare, e si tratterà ridiscutere quell’equilibrio percentuale che sta cuore a tanti cittadini, tra spiaggia privata e spiaggia libera del nostro litorale marittimo – afferma Rifondazione comunista -. Da anni, ad esempio, chiediamo una legge nazionale che stabilisca che in nessun comune la spiaggia in concessione possa essere più del 50% del litorale totale: ora è il momento di ricontrattare anche questo aspetto».
«Ci aspettiamo, a cascata, un enorme ritorno economico e sociale, in termini di ricchezza per le casse dei Comuni perché le gare al miglior offerente faranno aumentare i canoni di concessione delle spiagge. Ovviamente saremo sempre vigili affinché questa transizione avvenga nel migliore dei modi e affinché i diritti dei lavoratori siano sempre rispettati».
«Non siamo degli sprovveduti e siamo perfettamente coscienti dell’importanza di saper gestire questa fase con delicatezza e con la collaborazione di tutte le parti. Riconosciamo la professionalità e l’eccellenza di tante realtà imprenditoriali balneari maremmane, che siamo sicuri non avranno nessun problema per restare sul mercato. Inoltre, sappiamo anche che esistono concessionari di stabilimenti che hanno investito in modo massiccio. In questi casi, qualora gli investimenti siano dimostrabili e tracciati, chiediamo che nella nuova normativa nazionale, che dovrà essere approvata a seguito dalla Direttiva Europea e della sentenza del Consiglio di Stato, si tenga conto degli investimenti fatti. E che venga chiaramente stabilito che ogni eventuale nuova gestore vincitore delle gare debba rimborsare il gestore precedente per gli investimenti fatti. Così come avviene per tutti gli altri settori che seguono procedure di gara e di cambiamento dei gestori: dall’acqua ai rifiuti, dall’energia elettrica alle reti dei trasporti, etc».
«Infine, sinceramente, ci sorprende l’obiezione diffusa che viene mossa in queste ore da parte dei tanti partiti che sostengono il governo Draghi: dalla Lega al Pd, da Italia Viva a Forza Italia. Ai quali si sommano anche gli esponenti del partito della Meloni. Secondo questi partiti, alcuni dei quali sono invece in prima linea per colpire i poveri diavoli che ricevono il Reddito di cittadinanza, questa sentenza andrebbe a minare la sopravvivenza delle famiglie dei gestori – continua Rifondazione comunista -. A noi stupisce questo doppiopesismo: questi partiti sono spesso silenziosi quando una fabbrica delocalizza e lascia sul lastrico centinaia di famiglie a basso reddito (come nel caso della Gkn di Campi Bisenzio) e invece sono estremamente loquaci quando altri settori economici vengono aperti alla concorrenza. Insomma, questi partiti fanno i liberal-liberisti quando sono i poveri ad essere toccati, e invece diventano garantisti, protezionisti e anti-europei quando i redditi a rischio sono più elevanti».