GROSSETO – «Abbiamo appreso in questi giorni – dichiarano Filcams, Fisascat e Uiltucs – dell’uscita del bando per selezionare nuovi addetti, pubblicato da Farmacie comunali. Notizia che ci ha stupito, visto che in più occasioni l’azienda ci ha rimarcato che non c’era alcuna necessità di effettuare assunzioni a tempo indeterminato. Perché rispetto ai dati di bilancio non era possibile appesantire ulteriormente la voce di costo del personale».
«Dallo stupore alla soddisfazione di constatare che avevamo chiesto una cosa fattibile, il passo è stato breve. Tuttavia, non siamo soddisfatti fino in fondo. Perché il bando è rivolto solo a selezionare under 36, che non abbiano mai avuto in precedenza un contratto a tempo indeterminato. Requisiti a nostro avviso scelti perché l’azienda possa godere degli sgravi fiscali previsti dalla normativa attuale, ma che tagliano fuori molti potenziali candidati. Che magari hanno qualche anno in più, e molti contratti a tempo determinato dietro le spalle».
«Ma il punto dirimente, non banale, sono le scelte effettuate dall’azienda speciale del comune di Grosseto (al 51%), che proprio non si muove sul presupposto di un regolamento delle assunzioni, rispondente ai tre requisiti d’imparzialità, economicità e pubblicità. Ma guarda solo a quello di economicità. Che produce implicite clausole di sbarramento, come in questo caso» continuano i sindacati.
«Dal nostro punto di vista, dimostrando assenza di visione strategica per lo sviluppo della società partecipata, non rispettando i principi cardine stabiliti dal Comune in veste di socio di maggioranza».
«Perciò riteniamo vadano elaborate graduatorie che non escludano farmaciste/i con esperienza. In base a fascia d’età e tipologia di lavori svolti in precedenza. Così come – a fronte di assunzioni a tempo indeterminato – pensiamo vadano assegnati punteggi professionali che escludano abilitazioni temporanee (es. farmacista vaccinatore) e che siano valutati titoli accademici o di carriera non per colloquio. Magari con la possibilità di attribuire un punteggio massimo, rispondendo al principio d’imparzialità.
è una scelta grave limitare l’accesso alla selezione ispirandosi solo allo sgravio economico-fiscale, a maggior ragione se pensiamo alle difficoltà economiche e occupazionali in cui versa il nostro territorio. Che il socio pubblico dovrebbe contrastare, non ignorare. Preoccupandosi aderire ai principi cardine sui quali le Farmacie comunali sono state istituite.
«Per questi motivi, in definitiva – concludono Filcams, Fisascat e Uiltucs – chiediamo l’annullamento e la riformulazione del bando per dare a più persone la possibilità di accedere alla graduatoria. E perché non ci sembra rispettare le norme europee sulla discriminazione nelle selezioni, recepite anche dallo Stato italiano».