FOLLONICA – «Fino ad oggi le Regioni e di conseguenza i Comuni si sono limitati a recepire, attraverso meri atti amministrativi, una disposizione contenuta nella legge finanziaria statale del 2018 ma una sentenza ha bisogno di trovare una sistemazione normativa, ed è quindi fondamentale che la politica e in particolare il Parlamento, si assumano questa responsabilità. Oggi, di fatto, si è lasciata scoperta la questione, esponendola così a ricorsi e ad interventi dell’Europa. E i Comuni in questo sono soli». Il sindaco di Follonica Andrea Benini e il vicesindaco Andrea Pecorini commentano in questo modo la sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito la proroga delle concessioni marittime solo fino al dicembre 2023.
leggi anche
Benini e Pecorini spiegano che a Follonica ci sono realtà imprenditoriali che hanno creato un rapporto importante con il territorio, mettendo a punto un piano di gestione del bene demaniale divenuto modello per molti altri Comuni italiani. «Non si tratta di gestione del singolo orticello – spiegano – i gestori delle concessioni demaniali negli anni hanno creato un’associazione e un consorzio, e si sono fatti esecutori di un progetto importante come il Piano di salvamento, inoltre – proseguono – c’è stata una grande e proficua collaborazione anche per quanto riguarda la spiaggia pubblica. C’è poi stato un lavoro di collaborazione importante anche nel progetto per la gestione della manutenzione del litorale presentato dalla Regione Toscana».
leggi anche
Nell’estate 2020 il Comune di Follonica aveva sottoscritto una delibera che, attuando la legge 145/2018, aveva disposto l’estensione della durata delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreativa per 15 anni, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge stessa, cioè dal 1 gennaio 2018, e, quindi, con durata effettiva fino al 1 gennaio 2034. La sentenza del Consiglio di Stato, però, sovverte di fatto questa decisione.
«L’estensione delle concessioni demaniali prevista anche dal Comune di Follonica – spiegano gli amministratori – era stata fatta non solo per dare seguito ad un indirizzo normativo ma anche per una questione politica. Crediamo in questo modello – sottolineano Benini e Pecorini – proprio per i soggetti con i quali ci siamo rapportati in questi anni e in virtù del rapporto costruito con l’associazione balneari e con il consorzio. Se siamo andati avanti è anche e soprattutto per questo motivo».