GROSSETO – “È di massima urgenza che Governo e Parlamento approvino una riforma del demanio individuando il giusto equilibrio tra i principi della concorrenza e la doverosa tutela degli investimenti e degli interessi dei concessionari uscenti”. Lo afferma in una nota Cna Balneari.
Il riferimento è alla sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito come le concessioni balneari debbano essere riassegnate entro due anni al massimo tramite gare pubbliche. Si tratta di una sentenza che non tiene conto di una legge approvata dal Parlamento in materia di prolungamento delle concessioni.
“La direttiva Bolkestein ha messo in discussione il nostro sistema di gestione delle concessioni demaniali dal 2007 – spiega presidente dei balneari di Cna Grosseto Adalberto Sabbatini -, lasciando i gestori degli stabilimenti balneari nella più completa incertezza. Sono stati gli enti locali, spesso, a prendere decisioni per venire incontro alle esigenze delle imprese ma è chiaro che questa sentenza ribalta tutto e ci mette di fronte alla necessità di individuare una soluzione concreta per non disperdere un patrimonio di conoscenze, competenze e investimenti portati avanti che, di fatto, rappresenta uno degli elementi di attrattività turistica del nostro Paese”.
“Occorre scongiurare un pesante impatto sociale ed economico su 30mila imprese balneari italiane – continua Sabbatini -, e sul loro indotto, che rischiano di essere messe in liquidazione dopo importanti investimenti ancora da ammortizzare per realizzare un’offerta di servizi turistici balneari di alta qualità, capace di attirare clienti e turisti responsabili e di alta gamma, un’esperienza quasi unica nel contesto europeo”.
“Chiediamo al Governo di farsi carico della questione – conclude Sabbatini – perché da troppo tempo gli operatori del settore vivono nell’incertezza e sono spesso demonizzati dall’opinione pubblica perché percepiti come privilegiati: in realtà si tratta di imprenditori che investono, assumono personale, mettono energia e professionalità in un settore strategico della nostra economica e avrebbero diritto a farlo in un quadro di possibilità certo e non continuamente messo in discussione”.