GROSSETO – «Terreni della riserva della Diaccia Botrona sono stati venduti all’asta dalla Provincia di Grosseto» a sollevare il problema alcune associazioni ambientaliste tra cui il Wwf provinciale per bocca di Luca Passalacqua, Claudio Martelli per il Gom, Gruppo ornitologico maremmano, Guido Ceccolini per il Cerm, centro rapaci minacciati, Robero Barocci per il Forum ambientalista e Michele Scola per Italia nostra. «La Provincia ha indetto un’asta pubblica, dove ha venduto 950 ettari di terreno divisi in 49 lotti, tutti nel comune di Grosseto. 200 ettari fanno parte della Riserva naturale regionale Diaccia Botrona, il resto della contigua zona del Padule aperto».
«Tale area, all’interno della Macrozona “Maremma Grossetana”, che risulta essere un’area di rilievo internazionale per lo svernamento dell’oca selvatica (Anser anser), con presenze di 700-800 individui, costituisce anche area di svernamento per la gru (Grus grus), con circa 600 esemplari negli ultimi anni, e per caradriformi come la pavoncella (Vanellus vanellus) o il piviere dorato (Pluvialis apricaria); nella specifica area in esame sono inoltre state osservate specie di particolare importanza dal punto di vista conservazionistico, come il lanario (Falco biarmicus), il falco sacro (Falco cherrug) e, addirittura, specie rarissime in Italia come la gallina prataiola (Tetrax tetrax), l’aquila imperiale (Aquila heliaca) e, proprio in questi giorni, il nibbio bianco (Elanus caeruleus). L’area stessa è ricompresa nella Rete Natura 2000, come ZSC – ZPS IT51A0011 “Padule di Diaccia Botrona”, che è anche classificata, ai sensi della Convenzione di Ramsar, “zona umida d’importanza internazionale”».
«L’aggiudicazione di tali terreni all’asta ha suscitato la forte preoccupazione nostra e di tutte le persone attente alla protezione dell’ambiente, come dimostrano le oltre 30.000 sottoscrizioni ricevute in pochi giorni sulla petizione da noi lanciata sulla piattaforma change.org. Riteniamo anche assolutamente insufficienti le rassicurazioni espresse dal presidente della Provincia di Grosseto, nonché sindaco del capoluogo, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, che ha garantito un generico controllo sull’attività dell’acquirente. L’unico sistema per salvaguardare questi quasi 1.000 ettari di territorio è quello di mantenere la proprietà pubblica sugli stessi, con possibilità di accedere ai finanziamenti previsti dai regolamenti europei per la tutela della biodiversità, che potrebbero portare nelle casse della Provincia di Grosseto cifre superiori a quella di vendita dei terreni ad un privato».
«La Diaccia Botrona e il Padule Aperto hanno già un immenso valore naturalistico (ed anche economico), motivo per cui, oltre che per tutti quelli già espressi, chiediamo che, non essendosi ancora formalizzato il trasferimento di proprietà ed essendo questa possibilità prevista espressamente nello stesso bando, la Provincia di Grosseto receda dalla volontà di cedere i 49 lotti di terreno messi all’asta, pari a 950 ettari, e che la proprietà dell’area resti pubblica» concludono gli ambientalisti.