MONTE ARGENTARIO – «In seguito alle vicende intercorse negli ultimi due mesi, – interviene il gruppo consiliare Argentario Insieme – avvertiamo fortemente la necessità di chiarire la nostra posizione».
«L’intenzione del sindaco Borghini – afferma la capogruppo Cecilia Costagliola in una nota – di voler addossare al nostro gruppo responsabilità per il mancato corretto funzionamento della macchina amministrativa denota un comportamento pretestuoso di costui dovuto, soprattutto, al tentativo di nascondere la opinabile gestione e organizzazione del palazzo comunale per distogliere attenzione dei cittadini dalle scelte fatte in passato che ad oggi hanno portato ad una completa immobilità del nostro promontorio».
«La nascita del nostro gruppo all’interno della maggioranza – spiega – ebbe come primo scopo quello di voler stimolare l’amministrazione stessa al raggiungimento degli obiettivi previsti nel programma elettorale per i quali i nostri concittadini ci hanno votato ed anche per cercare di placare i malumori all’interno della maggioranza stessa, che tutt’oggi esistono, ma che i nostri colleghi non hanno il coraggio di esternare, forse per un eccessivo timore reverenziale nei confronti del primo cittadino.
Altrettanto discutibili sono le dichiarazioni con le quali, nell’ultimo consiglio, il sindaco insinua di nostri incontri avvenuti con la minoranza mirati a pianificare chissà quale “golpe”. Da tali dichiarazioni si evince chiaramente il tentativo solo provocatorio del sindaco nonché la sua volontà di tenerci a distanza senza tener conto che il nostro fine è solo quello di attuare il programma grazie al quale noi e lui siamo stati eletti».
«Non da meno è il comportamento che ha avuto il presidente del consiglio comunale – aggiunge – il quale non solo non ha risposto al nostro nulla osta alla surroga del 6 settembre scorso, ma ha assunto un atteggiamento controverso in ordine ad una serie di scadenze connesse alla surroga stessa dimenticando che il suo ruolo deve essere “super partes” e garante del rispetto delle regole del funzionamento del consiglio comunale. Tale condotta pretestuosa ha determinato, tra le varie, la soccombenza del comune stesso dinanzi il T.A.R.».
«Per tali atteggiamenti – conclude – abbiamo espresso la nostra delusione in consiglio comunale poiché eravamo convinti, sbagliando, che almeno il Presidente del consiglio comunale riuscisse a svolgere il proprio ruolo obiettivamente e, soprattutto, senza condizionamenti. A questo punto, i comportamenti del sindaco e del presidente del consiglio ci costringono a fare una scelta: sostenere unicamente il programma condiviso in campagna elettorale».