VETULONIA – Prorogata, per il continuo afflusso di visitatori e lo straordinario successo riscosso, anche dei cataloghi, già esauriti e in ristampa, la mostra evento “Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia”, ospitata all’interno del Museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia.
“La nuova mostra allestita durante l’estate all’interno del MuVet – dice la sindaca Elena Nappi, che seguirà in prima persona le politiche culturali del Comune nei prossimi cinque anni – prosegue la trilogia di esposizioni archeologiche dedicate al tema del mare, che ha destato un notevole interesse non solo fra gli addetti ai lavori, ma anche nel vasto pubblico e in particolare nei giovani, in virtù del quale siamo riusciti, grazie alla disponibilità dei due musei archeologici nazionali coinvolti, di Taranto e di Firenze, a posticipare la sua chiusura, prevista per il 7 novembre, al 9 gennaio 2022, includendo il periodo delle Festività natalizie e soprattutto ampliando l’offerta culturale e didattica ai visitatori adulti e in età scolare.”
“Il MuVet – sottolinea la sindaca Nappi – è stato il protagonista principale dell’offerta culturale-turistica castiglionese del periodo estivo del 2021 e continuerà a fare la sua parte anche nelle prossime settimane, garantendo ai molti visitatori la possibilità di godere di questa “occasione espositiva” di grande prestigio, attraverso la messa in atto, nei mesi di novembre e di dicembre ogni domenica mattina alle ore 11.00, di una serie ininterrotta di appuntamenti di visite guidate gratuite alla mostra in compagnia di un archeologo dello staff museale.”
“Ringrazio Simona Rafanelli, direttore scientifico del Falchi – tiene a precisare la prima cittadina del centro balneare – che assieme al suo staff museale permette all’Amministrazione comunale di consolidare ed ogni anno accrescere il ruolo fondamentale delle politiche culturali del paese, andando ad incrementare lo sviluppo e l’economia culturale-turistica del territorio. Grazie alla sua infaticabile e straordinaria attività e alla varietà e molteplicità delle iniziative messe in campo, il “piccolo” museo vetuloniese riesce a “catturare” un numero sempre crescente di visitatori, riservando al pubblico, insieme al godimento di esposizioni d’eccellenza e manifestazioni di alto profilo culturale, una cura e un’attenzione speciali all’interno di un contesto dinamico di qualità, quale è ormai divenuto da anni il MuVet.”
“Il racconto espositivo- spiega Simona Rafanelli, direttrice del museo – della Mostra evento “Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia”, articolato in una serie di episodi “presieduti” da una particolare divinità e dipanato attraverso la lettura di assoluti capolavori dell’artigianato artistico tarantino ed etrusco, rimarrà inalterato.”
“Sono grata ai direttori dei Musei nazionali prestatori per aver concesso, in nome dell’importanza dell’evento culturale che collega i due centri e le due regioni italiane, la proroga di esposizione di reperti “identitari” dei rispettivi musei.”
“E’ il caso ad esempio della magnifica testa di Ercole, replica marmorea romana in dimensioni ridotte del colosso bronzeo eretto nell’acropoli di Taranto da Lisippo nel IV secolo avanti Cristo, che continuerà a dominare la sala espositiva “delle Vele” accanto alla portentosa clava erculea in bronzo, attribuibile a una statua di stile di lisippeo restituita dai resti di uno dei quartieri della città antica di Vetulonia. E ancora, al centro della medesima sala, ruberà la scena il sontuoso e monumentale cratere a volute ove campeggia, sulla faccia principale del vaso, la coppia dei Signori dell’Oltretomba Ade e Persefone, decorato dal pittore del Sakkòs Bianco, discepolo del celebre pittore di Dario, cui è attribuito il dinos che esibisce sulla faccia principale del vaso Eracle al cospetto del sovrano egizio Busiride.”
“Inalterata fonte di meraviglia, nello splendore accecante dei suoi tesori aurei, continuerà a troneggiare, al centro della sala “G” del museo, la nicchia eretta a racchiudere gli strabilianti gioielli in oro recuperati in età ellenistica (IV-II sec. a.C.) nelle sepolture dei membri del ceto abbiente, in particolare femminili, sia in Etruria che a Taranto e nel suo territorio: continueranno a parlare di sé le corone e i ricchi diademi in foglie laminate, o a cercine con fastose incisioni floreali, le raffinate collane a maglie auree e le armille (bracciali) con terminazioni plastiche a testa di leone, gli anelli con castone adornato dai personaggi del mito a rilievo, gli elaborati orecchini dalle fogge più varie originali, a tubo con pendenti ad anfora o a cratere, a pavoncella, a testa di nero o di leone modellati nella forma caratteristica tarantina della navicella, impreziosita da grani aurei.”
“Il proseguo di questa mostra – sottolinea Elena Nappi – è stato possibile grazie ad una perfetta sinergia che abbiamo messo in campo con due musei archeologici nazionali, quello di Taranto e quello di Firenze, e la collaborazione con il Nucleo tutela beni culturali della Guardia di Finanza di Roma. Il risultato del successo è sotto gli occhi di tutti.”
“Continuiamo in questa direzione – conclude la prima cittadina castiglionese – con la consapevolezza dell’esperienza maturata e del fatto che le nostre proposte siano state recepite positivamente e apprezzate; stiamo già programmando iniziative importanti per l’anno prossimo quando anche il Museo civico archeologico Isidoro Falchi sarà nuovamente chiamato a collaborare alla crescita del percorso culturale del territorio e all’arricchimento delle presenze turistiche a Castiglione della Pescaia.”