PIOMBINO – In occasione delle celebrazioni della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate del 4 novembre, il Comune di Piombino, Medaglia d’Oro al Valor Militare, festeggerà il centenario del Milite Ignoto, cui la città ha concesso la cittadinanza onoraria; lo scorso maggio infatti il Consiglio comunale, con voto unanime, ha aderito al progetto nazionale “Milite Ignoto cittadino d’Italia (1921-2021)”, promosso dal Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, con l’intento di rendere omaggio a un simbolo di coesione, identità e unità nazionale.
“Il 4 novembre celebriamo la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate – ha detto il sindaco Francesco Ferrari -: una giornata dedicata a tutti quegli uomini e quelle donne che quotidianamente si occupano della nostra sicurezza e un’occasione per ricordare tutti coloro che hanno dato la vita per proteggere il Paese. Da quest’anno infatti, proprio per riconoscere il sacrificio, la dignità e il senso del dovere dei Combattenti e dei Caduti per la Patria, la Città di Piombino, decorata Medaglia d’Oro al Valor Militare, ha conferito la cittadinanza al Milite Ignoto, il simbolo di coloro che combatterono nella Prima Guerra Mondiale e per estensione di tutti i Caduti per la Patria, tra cui possiamo annoverare anche molti nostri concittadini. È un grande onore per la nostra Città rendere omaggio a coloro che combattendo con coraggio hanno reso possibile un futuro di pace, civiltà e democrazia”.
In collaborazione con le Associazioni d’Arma, dei Partigiani, dei Combattenti e dei Reduci, a partire dalle ore 10.30 si svolgeranno le celebrazioni alla Concattedrale di Sant’Antimo, dove, alla presenza del sindaco Francesco Ferrari e del presidente del Consiglio comunale Massimo Giannellini, sarà celebrata la Santa Messa in memoria dei Caduti. Nell’occasione sarà aperta la Cappella dedicata ai Caduti della Grande Guerra, opera di Ugo Giovannozzi e Italo Orlando Griselli. Seguirà quindi la deposizione di corone d’alloro nella Cappella votiva e in piazza Bovio al Monumento dei Caduti, il cui sacrificio è emblematicamente rappresentato dal Milite Ignoto.
Quest’anno ricorre infatti il centesimo anniversario della traslazione all’Altare della Patria di Roma della bara prescelta per rappresentare i Caduti. Dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, nel corso del quale persero la vita circa 650.000 militari italiani, il Parlamento approvò la legge 11 agosto 1921, n.1075, “per la sepoltura in Roma, sull’Altare della Patria, della salma di un soldato ignoto caduto in guerra”. La Commissione, appositamente costituita per l’individuazione dei resti mortali di quello che sarebbe diventato il “Milite Ignoto”, compì ogni possibile sforzo affinché non fosse possibile individuare la provenienza “territoriale” del Caduto prescelto e neppure il reparto o la stessa forza armata di appartenenza. L’unico requisito assunto come inderogabile fu quello della sua italianità. Nella Basilica di Aquileia Maria Bergamas, una contadina di Gradisca d’Isonzo che aveva perso in guerra l’unico figlio maschio, Antonio, inginocchiandosi dinanzi alla decima delle undici bare, prescelse la salma che sarebbe diventata simbolo del Milite Ignoto. Non un ufficiale, non un rappresentante delle istituzioni bensì un uomo comune che si era immolato per la Patria.
Attorno a quel combattente senza nome si strinse l’Italia intera; in quel feretro, trasportato da Aquileia a Roma e tumulato nel sacello dell’Altare della Patria al Vittoriano il 4 novembre 1921, tutti gli italiani poterono identificare una persona cara persa nel conflitto mondiale.