GROSSETO – Sono stati sostanzialmente quattro i temi discussi durante il Gie, Gruppo di Interesse Economico settore zootecnico, organizzato da Cia-Agricoltori Toscana; alcune problematiche sono di lunga data, altre più recenti, insieme però rappresentano dei macigni con i quale il settore primario deve convivere.
“Da anni – ha esordito il presidente di Cia Grosseto Claudio Capecchi – chiediamo uno snellimento della burocrazia, chiediamo una diminuzione delle pratiche e degli adempimenti e per tutta risposta registriamo un loro aumento: sono aumentati i controlli e le verifiche, gli obblighi sono sempre più stringenti e a volte vessatori. Premesso che ogni norma che tutela la sicurezza alimentare e il benessere degli animali trova il nostro consenso, siamo però contrarti ad una burocrazia nemica di chi lavora”
Altra questione spinosa affrontata nel corso dell’incontro è stata quella dell’aumento dei costi di produzione dovuta all’aumento dei costi energetici e delle materie prime.
“Le materie prime come i mangimi, i concimi, il gasolio, sono arrivate alle stelle mettendo in crisi molte aziende zootecniche – ha spiegato Capecchi -. Sono rincari che purtroppo non sono compensati da un aumento dei prezzi di vendita dei prodotti e le aziende si vedono minacciate a causa di un’impennata dei costi e da una caduta libera dei guadagni; operazioni, a volte, speculative che gravano sulle spalle degli agricoltori che sono l’anello più debole della filiera”.
Durante il Gie non sono poi mancati temi sui quali la Confederazione Toscana ha più volte chiesto attenzione alla politica e alle istituzioni ricevendo risposte parziali e comunque non in linea con le esigenze degli imprenditori agricoli. Tra questi la questione “ungulati” che, da minaccia alle colture agricole, oggi rischia di diventare un problema nazionale di tipo sanitario
“Il contenimento dei cinghiali è una necessità non più procrastinabile per i danni che provocano alle colture, perché sempre più spesso sono una minaccia alla sicurezza stradale ma anche per l’intensificarsi dei casi di Peste Suina Africana registrata in molti Paesi europei e per rischio, concreto, che questa possa contaminare gli allevamenti dei suini. Altra questione che ancora una volta siamo costretti ad affrontare dopo 30 anni di battaglie è quella dei predatori. Abbiamo compreso che una soluzione a questa piaga non c’è, o non si vuol trovare, e che l’unica alternativa sarebbe quella di tenere le pecore segregate in un ricinto – ha precisato il presidente -. È evidente che spetta solo alla politica il compito di intervenire con delle progettualità per sostenere le aziende che sono costrette a lavorare in presenza di predatori, di trovare i modi per limitare gli attacchi e dare i ristori per i danni diretti e indiretti. Poiché è stato calcolato che fare gli allevatori in aree soggette a predazioni ha un costo maggiorato di circa 40/50 euro per capo, la politica, se crede che la zootecnia abbia una sua importanza, deve farsi carico di questi oneri per evitare che le aziende soccombano perché non competitive con produzioni derivanti da altri paesi. Come Cia Toscana e Cia Grosseto siamo, e sempre saremo, disponibili a nuovi tavoli di confronto ma ribadiamo che devono essere le Istituzioni a dare le risposte: noi possiamo suggerire percorsi ma la politica deve assumersi la responsabilità di trovare le soluzioni che sappiano soddisfare tutte gli attori coinvolti nella filiera”.