ROCCASTRADA – «Il Castello del Belagaio e il suo interland naturalistico deve dare occupazione e sviluppo al territorio». Questo l’appello che giunge da Torniella e Piloni «due borghi immersi nella Val di Farma che possiedono un gioiello ambientale, architettonico e storico, purtroppo improduttivo» afferma il presidente della pro loco Giorgio Martellucci.
Una sottoscrizione di oltre 250 firme raccolte dalla Pro Loco Piloni e Torniella nel territorio, «si è rivolta alle forze politiche, sociali, ambientali, in tutto sono state spedite 20 e-mail ad altrettanti indirizzi competenti in materia: dai parlamentari, ai presidenti di enti ambientali, locali, istituzioni culturali».
Nelle mail è stato richiesto che il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza «contenga anche indicazioni per lo sviluppo del nostro territorio. Per questo, come pro loco Piloni-Torniella, abbiamo voluto, con una sottoscrizione popolare di circa 250 firme di cittadini (che alleghiamo), sollecitare parlamentari a prendere in considerazione lo sviluppo della Val di Farma e in particolare del Castello del Belagaio che, se valorizzato e introdotto in circuiti economici virtuosi, può creare occupazione diretta e indotta su tutto il territorio dell’Alta Maremma».
«L’occasione del Pnrr non può trascurare questa nostra zona e questa nostra popolazione, che vive nella marginalità geografica ed economica. Vi invitiamo, pertanto, ognuno nel ruolo che ricopre, ad intervenire nelle giuste sedi per prendere i provvedimenti necessari affinché il Castello del Belagaio, Pnrr o no, rinasca, comunque, creando occupazione e fruizione turistica».
«Ora si attende quella risposta che la popolazione, unita in un sola voce, desidera ottenere – prosegue Martellucci -: ovvero possibilità di creazione di posti di lavoro che fermino l’abbandono e lo spopolamento dei centri dell’Alta Maremma. Il castello del Belagaio deve divenire fulcro e centro di rilancio per lo sviluppo della Val di Farma».
«È il minimo che chiediamo – dice Martellucci – non possiamo assistere impotenti all’abbandono del territorio per carenza di progettualità e spreco di risorse; l’inserimento del Castello in un circuito turistico nazionale e internazionale, può risolvere parte dei problemi di cui soffre il nostro territorio. Bisogna che i nostri politici e i nostri amministratori si rimbocchino le maniche, perché sono 40 anni che il castello del Belagaio con la sua torre di guardia sulla Val di Farma, coi suoi saloni, con le sue mura merlate, è di proprietà pubblica, dopo la donazione dei conti Grottanelli, e tutto è rimasto lì, come allora, anzi, peggio di allora».