FOLLONICA – Sono il livornese di Venturina Roberto Tucci e l’esperto lucchese Sauro Farnocchia su una Skoda Fabia R5 Evo a vincere il 45esimo Trofeo Maremma, il classico appuntamento autunnale sempre partecipato ed avvincente. L’evento organizzato da MaremmaCorse 2.0, valido per il Trofeo rally Toscano oltre che per il Trofeo Rally di Zona per autostoriche, ha contato 110 iscritti, a conferma della grande stima di chi corre verso questo rally, uno dei più longevi in Italia.
Nove, in totale, le prove speciali previste, tre da ripetere tre volte, in un percorso ricavato dalla tradizione, che ha esaltato Tucci il quale, ben guidato da Farnocchia (con cui era al debutto) ha fornito una prestazione di alto profilo, condotta con autorità dalla seconda prova speciale rilevando al comando l’attesissimo Alessio Santini, con Susanna Mazzetti a destra sulla VolksWagen Polo R5, poi fermato da un incidente nel trasferimento per raggiungere la seconda prova, travolto da un’auto in manovra di sorpasso.
Da quel momento in poi Tucci ha saputo tenere ben salda in mano la situazione riuscendo a contenere i diversi attacchi che arrivavano soprattutto dall’elbano Andrea Volpi, con Maffoni, su una Skoda Fabia R5 non evoluta, il quale ha confermato il particolare feeling con le “piesse” maremmane.
Ci è voluta l’ultima prova speciale, decretare il vincitore, l’attacco di Volpi si è fatto deciso proprio sul passaggio conclusivo della celebre “Marsiliana”, con il quale ha quasi azzerato il vantaggio che Tucci si era conquistato. Tucci ha infatti accarezzato per primo la bandiera a scacchi posta sul palco di arrivo allestito al Palagolfo per solo 1″7 sul rivale.
Perfetto dunque Tucci, perfetto anche Volpi, ma esaltante pure l’alessandrino, follonichese di adozione, Matteo Ricaldone, tornato alle gare dopo due anni ed al debutto con la non facile VolksWagen Polo R5 gemella a quella di Santini. L’incognita della lunga pausa dalle gare e l’incognita anche del dover gestire la vettura tedesca con la quale approcciava per la prima volta non hanno messo in crisi Ricaldone, decisamente definibile “uomo partita”.
Quarta piazza per l’altro locale Leopoldo Maestrini, con Eleonora Mori, alla seconda gara con la Citroen C3 R5. I due hanno avviato la gara con cautela per poi terminarla in crescendo sia di sensazioni che di risultati parziali, anche loro meritandosi l’applauso. La top five è stata chiusa dal lucchese Alessio Della Maggiora navigato da Favali, sempre gravitati nelle posizioni al sole della classifica.
Prestazione sopra le righe, come consuetudine concreta quanto veloce per gli altri locali acclamatissimi, Francesco Paolini e Marco Nesti, ottavi assoluti nel bel mezzo della sfida delle top car di categoria R5 a trazione integrale, ed ovviamente vincitori tra le due ruote motrici, in un confronto popolato da grandi piloti.
Un confronto frizzante quanto anche spettacolare pure tra le auto storiche dell’ultima prova disponibile del Trofeo Rally di terza zona (TRZ), con vittoria alla fine per il senese Valter Pierangioli, con Piazzini alle note su una Ford Sierra Cosworth. La vittoria del veloce pilota di Montalcino, anche trionfatore nel quarto raggruppamento, è arrivata dopo un serrato dualismo con il lucchese Giovanni Mori, con Frosini al fianco sulla BMW M3. Pierangioli ha sempre condotto in testa, ma l’altro gli è rimasto sempre alle costole, arrivando sotto la bandiera a scacchi divisi da pochi secondi, con ottimo terzo l’altro lucchese Mauro Lenci, in coppia con Ronny Celli sulla loro Peugeot 205 GTi, vettura certamente meno potente delle altre due che la hanno preceduta quindi meritevoli, Lenci ed il suo copilota, di applausi a scena aperta. Come applausi li ha presi certamente l’ebano Efisio Gamba, con la ancora meno potente Peugeot 205 1,6, condivisa con il fido Olla, quarti. Fuori di scena Gaspare Alessi e la sua Ford Sierra Cosworth, fermati da un guasto nel finale di gara quando gravitavano a ridosso del podio. Il secondo raggruppamento è andato nelle mani del tedesco Stoschek, con una Porsche 911, il terzo invece al pistoiese Adelchi Gasperetti con la Renault 5 Alpine.
Foto Giorgio Paggetti