MASSA MARITTIMA – Come vuole la tradizione, anche dietro alla “nascita” del Lago dell’Accesa (Massa Marittima) si nasconde una leggenda dai contorni tetri e inquietanti.
E’ il 26 luglio 1218. La Chiesa festeggia sant’Anna, madre di Maria e protettrice dei mietitori. E’ un giorno di festa, dunque, per i contadini. Nel Medioevo, infatti, era regola rimanere a casa dal lavoro il giorno del patrono relativo alla propria mansione lavorativa.
E’ il 26 luglio 1218 – dicevamo – è sant’Anna e ai mietitori è concesso un giorno di pausa dal lavoro. Questo vale per tutti i contadini, tranne che per quelli che lavorano all’Aia del Turco, che si trovava laddove oggi sorge il Lago dell’Accesa. Il Turco è il padrone del terreno, un uomo cattivo e senza pietà, nonché blasfemo, non essendosi minimamente preoccupato di lasciare i suoi lavoratori a casa per il giorno di sant’Anna, come voluto dai precetti della Chiesa.
E’ circa mezzogiorno, quando la terrà inizia a tremare. Nel terreno si aprono delle crepe ed cominciano ad uscire lingue fiammeggianti. Le voragini sono talmente grandi che inghiottiscono tutto quello che si trova sopra: i poveri mietitori, il Turco, gli animali, case, alberi e piante.
Una sorta di purificazione gigante dell’affronto fatto dal Turco a sant’Anna (all’epoca i santi erano piuttosto vendicativi).
Una pioggia torrenziale riuscì a spegnere le fiamme infernali, che devastarono la piana, e a riempire la voragine – che la leggenda vuole senza fondo – che si era creata. Così nacque il Lago dell’Accesa.
La leggenda vuole che queste povere anime dannate, non potendo riposare in pace, ogni 26 luglio tornino a farsi sentire, con grida e urla di dolore che si possono udire avvicinandosi al lago, specie di sera. Uno dei tanti posti magici della Maremma.