GROSSETO – Quattro arresti per la rapina alla farmacia. Dopo nove mesi di indagine i carabinieri del Comando provinciale di Grosseto hanno fatto scattare le manette attorno ai polsi di quattro persone, responsabili di una rapina ai danni di una farmacia.
La rapina è avvenuta a gennaio. Due persone armate e a volto coperto fecero irruzione in una farmacia della provincia di Grosseto. Dopo aver minacciato le tre farmaciste che erano dietro il bancone, pistola in pugno si erano fatti consegnare l’incasso, 1.400 euro dandosi poi alla fuga per le vie circostanti. Erano poi fuggiti con una vettura che li aveva portati fuori dall’abitato, verso un’area boschiva. I carabinieri giunti sul posto si misero subito sulle tracce dei responsabili: poco dopo fu rinvenuta una vettura, rubata poco prima della rapina, intatta e con il motore ancora acceso, utilizzata per la fuga dai malviventi.
Da allora l’attività dei Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Grosseto, è stata sviluppata con servizi di osservazione, raccolta di testimonianze ed attività tecniche, che hanno portato fino al luogo di origine dei responsabili. Quattro in totale i soggetti individuati, tutti gravati da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, e che oggi sono stati assicurati alla giustizia. Per tre di loro si sono aperte le porte del carcere, ad uno di essi è stato invece applicato l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
La minuziosa ricostruzione agli atti del fascicolo d’indagine ha fatto emergere l’intera dinamica degli eventi, dove è stato evidenziato il ruolo del basista, un soggetto da anni residente in un paese in provincia di Grosseto, il quale aveva “selezionato” l’obiettivo della farmacia, forse prevedendo che in quella circostanza, di piena emergenza sanitaria causata dal Covid, potesse esserci in cassa un importo maggiore. E’ inoltre emersa una lunga conoscenza con l’organizzatore della rapina, giunto appositamente in provincia pochi giorni prima.
Quest’ultimo, dopo alcuni sopralluoghi, aveva ingaggiato il resto della banda, ovvero i due che hanno poi materialmente messo a segno il colpo, i quali erano arrivati dai loro luoghi di origine dopo essersi procurati una pistola a tamburo. Poco prima di commettere il reato, grazie alle conoscenze del basista, era stata anche rubata l’auto utilizzata per il colpo, poi abbandonata a poca distanza e recuperata dai Carabinieri, e da cui erano partite le indagini