GROSSETO – C’è attesa anche in provincia di Grosseto per capire cosa succederà da domani con l’entrata in vigore dell’obbligo del green pass per chi si reca nel posto di lavoro. Una novità destinata a creare non poche difficoltà organizzative soprattutto nei primi giorni.
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«Siamo preoccupati – ci spiega il segretario provinciale della Cgil Andrea Ferretti – per i lavoratori e per le aziende. In Maremma non dovrebbero esserci situazioni di emergenza particolari da domani in poi, ma ci sono comunque una serie di aspetti, che riguardano l’applicazione della norma, che non ci convincono e che sicuramente creeranno un po’ di confusione».
«Ci sarà probabilmente – aggiunge Ferretti – un periodo “cuscinetto” durante il quale i lavoratori e e le aziende dovranno capire che cosa fare».
Sono tanti i casi per i quali non è stata fatta chiarezza. Uno di questi per esempio riguarda le persone che hanno ricevuto vaccini non riconosciuti da Ema (L’ente del farmaco europeo). «È un problema che interessa soprautto le badanti: spesso sono di origine dei Paesi dell’est europeo e magari si sono vaccinte con Sputnik. In questo caso per la legge non hanno diritto al green pass».
Un altro problema riguarda la mancanza di disponibilità di tamponi, mentre un altro caso limite riguarda il lavoratore che entra a lavoro con green pass valido e che scade durante l’orario di lavoro. «In questo caso che succede? Il lavoratore può rimanere in azienda o no?».
Domande che per ora non trovano risposte. Per questo proprio il sindacato ha chiesto dei chiarimenti che arriveranno forse nei prossimi giorni.
La sitaazione rimane comunque complicata così come tutta la partita legata al costo dei tamponi. Anche dove si era trovato l’accordo con l’azienda che offriva i tamponi gratuiti ai lavoratori si sono presentati problemi: il tampone viene considerato dalla legge un benefit per il lavoroatore e questo comporta che quel benefit venga insertio nella busta paga aggravando costi per tutti.