GAVORRANO – «Ho 73 anni, sono paraplegico, e la notte del 20 settembre sono caduto dal letto» inizia così la lettera di Milo Stanghellini di Gavorrano.
«Vivo con mia moglie, che ha cercato di aiutami a risalire ma non ce l’abbiamo fatta. Così abbiamo chiamato il 118 che ci hanno risposto «Non facciamo questo tipo di servizio. Sarebbero venuti per per portarmi al pronto soccorso ma fortunatamente non mi ero fatto male».
«Mi suggeriscono di chiamare un vicino, ma sono le 2 di notte. Così restiamo basiti per la risposta. Non ci perdiamo d’animo facciamo il 112, i carabinieri, che ci rimandano al 118 che confermano, di nuovo, la prima risposta. Cominciamo a preoccuparci, temo di dover passare la notte sul pavimento. Ultima speranza sono i Vigili del fuoco. Facciamo il 115 e questi ci inviano l’aiuto richiesto e dopo un’ora e mezza mi riposizionano sul letto» prosegue il racconto.
«La mattina seguente avviso il Coeso che ancora non ha risposto, e il sindaco, responsabile della sanità comunale, mi risponde dispiaciuto. Possibile che servizi predisposti per aiutarti si rifiutano di farlo, devi contare solo sulla fortuna di trovare qualcuno coscienzioso?».