GROSSETO – Ogni elezione ha una storia diversa, sia per il tipo di organo che si va ad eleggere, sia per il tipo di campagna elettorale che viene condotta. Non solo, il fatto che alcuni candidati abbiano già governato un’amministrazione, ad esempio quella appena conclusa, influenza il voto degli elettori: l’elezione, in questo caso, rappresenta il sì o il no dei cittadini al lavoro del governo, che sia esso comunale, regionale o nazionale. A questo si aggiunga che il comportamento degli elettori, così come quello delle liste in gara, muta al cambiare delle regole elettorali (sistema elettorale adottato in una data elezione). Detto questo, le analisi post-voto di tipo diacronico sono sempre molto interessanti per capire come cambia il comportamento degli elettori nel tempo.
Per fare un’analisi più accurata possibile, è necessario confrontare uno stesso tipo di elezione, in questo caso amministrativa, quella che va ad eleggere il nuovo sindaco e il neo Consiglio comunale. Per capire qualcosa in più dell’elettorato grossetano, oltre a confrontare i risultati delle elezioni comunali del 2021 con quelli del 2016, si raffronteranno anche con i risultati delle regionali 2020 – ultima competizione elettorale a disposizione -, e quelli delle politiche del 2018. Tutti questi elementi insieme ci offriranno un quadro quanto più completo della Grosseto al voto.
Le amministrative 2021 hanno un vincitore: Antonfrancesco Vivarelli Colonna
Le amministrative 2021 hanno un vincitore: Antonfrancesco Vivarelli Colonna, che è stato eletto ieri al primo turno con il 56,2% dei voti (21.235 in termini assoluti).
È una vittoria con la “V” maiuscola? Decisamente. Nelle scorse elezioni comunali, quelle del 2016, il rieletto sindaco grossetano conquistava, al primo turno, il 39,5% dei voti, 16.777 in termini assoluti. Al secondo, invece – nello scontro faccia a faccia con il candidato del centrosinistra Lorenzo Mascagni – ne otteneva 19.511, pari al 54,9%. Il test delle amministrative 2021, dunque, è stato superato a pieni voti da Vivarelli Colonna, che rispetto a cinque anni fa amplia il suo bacino elettorale di 4.458 sostenitori (+16,7%), segno che molti grossetani hanno apprezzato il lavoro della sua giunta. Dato, questo, confermato dai consensi alla lista elettorale del primo cittadino, Vivarelli Colonna sindaco, che ottiene il 17,2% (nel 2016 il 10,0%), per un totale di 2.161 voti in più rispetto alle precedenti amministrative.
Fratelli d’Italia primo partito del centrodestra
E le liste della sua coalizione? Beh, qui i rapporti di forza sono cambiati. Nonostante la ottima performance della lista Vivarelli Colonna sindaco, questa non ottiene la maggioranza dei voti all’interno della coalizione del centrodestra, cosa che invece era accaduta nel 2016. Oggi il primo partito è Fratelli d’Italia, guidato dall’assessore all’Urbanistica e Sport uscente Fabrizio Rossi, che ha ottenuto il maggior numero di preferenze tra i candidati al Consiglio comunale, tagliando il record dei 1.376 favori.
Ieri FdI ha conquistato il 18,6% per un totale di 6.672 voti, piazzandosi al secondo posto della scacchiera partitica dopo il Pd, che rimane forza numero uno con il 19,2% dei consensi. Rispetto al 2016, il partito di Giorgia Meloni raddoppia i suoi consensi a Grosseto (alle scorse amministrative prese il 7,9% per un totale di 3.151 voti), così come ha fatto in molti altri Comuni). Ma l’exploit di Fratelli d’Italia è netto se confrontato con il risultato ottenuto a Grosseto nelle elezioni politiche del 2018: qui FdI otteneva il 6,6% per un totale di 2.871 voti. Rispetto alle elezioni regionali dello scorso anno, invece, Fratelli d’Italia perde il 2,4% dei conensi (-722 voti).
La Lega è il quarto partito
Passando agli altri partiti della coalizione guidata da Antonfrancesco Vivarelli Colonna, la Lega si piazza sotto a FdI e alla lista del sindaco con il 14,2% (5.084 voti). Un risultato in discesa rispetto a quello delle regionali di un anno fa, dove conquistava il 21,3% (-7,1%) per un totale di 7.512 voti (-2.428).
Inutile dire che in quelle elezioni, rispetto alle comunali dei giorni scorsi, la situazione era ben diversa: era una tornata elettorale differente (si votava per il presidente della Toscana e per il Consiglio regionale); ovviamente in corsa non c’era la lista civica del sindaco uscente, che su di sé, in due tornate elettorali comunali, è riuscita a catalizzare un buon numero di consensi, togliendoli anche alle altre forze politiche della sua coalizione; alle regionali il centrodestra era guidato da una leghista, Susanna Ceccardi, e la competizione elettorale si andò configurando come un vero e proprio tête-à-tête tra lei ed Eugenio Giani, esponente del Pd, mobilitando un buon numero di elettori (a Grosseto il 61,3%) soprattutto se si pensa alle regionali del 2015, quando nel capoluogo maremmano votò solo il 51,2% degli aventi diritto. Non a caso, anche il Partito democratico otteneva un ottimo risultato, conquistando il 32,6% dei voti (+709 rispetto al 2015). Tornando alla Lega, la performance del partito di Matteo Salvini migliora se confrontata con quella tenuta nelle amministrative del 2016, in cui guadagnava l’8,3% per un totale di 3.341 voti, ma cala decisamente se si guarda alle politiche del 2018, in cui otteneva il 20,8% (9.129 voti).
Forza Italia cala ma tiene
Forza Italia, da parte sua, tiene, probabilmente grazie anche alla presenza di un capolista molto apprezzato, l’ex vicesindaco Luca Agresti, che conquista 936 preferenze.
Il partito azzurro ottiene il 6,9% con 2.462 voti, crescendo di 2,2 punti percentuali rispetto alle regionali 2020 (+811 voti). Forza Italia è in calo rispetto alle amministrative 2016 (-0,9%, -648 voti), ancor di più se si confrontano i risultati delle amministrative 2021 con quelli delle politiche 2018 (-3,5%, -2.099).
Il centrodestra a Grosseto
In generale, oggi il centrodestra risulta essere molto forte nel Comune di Grosseto, superando la maggioranza assoluta dei consensi: Antonfrancesco Vivarelli Colonna, come detto, torna sindaco con il 56,2% dei voti, mentre le liste del centrodestra, in totale, conquistano il 56,9%. Nel 2016, al primo turno, la coalizione si fermava al 39,4%. In termini assoluti, in cinque anni il centrodestra grossetano passa dai 15.753 voti del 2016 ai 20.394 di ieri. Considerando anche che l’affluenza è fortemente calata – a Grosseto si è registrato il minimo storico in un’elezione amministrativa e tra il 2016 e il 2021 nel capoluogo si perdono 4.980 votanti (-11,1%) -, traete da soli le vostre conclusioni. Il centrodestra è in crescita anche se si confrontano i dati di ieri con quelli delle regionali di un anno fa, in cui la coalizione di Ceccardi a Grosseto otteneva il 47,8% per un totale di 11.489 voti, e con quelli delle politiche 2018, dove la coalizione chiudeva con il 37,7% (17.764 voti).
Il Pd è in calo ma resta primo partito
L’unica nota positiva per il centrosinistra, invece, è che il Partito democratico si conferma prima forza politica del Comune di Grosseto con il 19,2% (6.864 voti). Ma, come anticipato, perde quasi la metà dei suoi consensi rispetto ad un anno fa. Nelle elezioni regionali del 2020, infatti, il Pd a Grosseto otteneva il 32,6% per un totale di 11.489 voti. Ovviamente, anche per il Partito democratico valgono tutte le considerazioni fatte precedentemente per la Lega sulla differenza tra le amministrative di ieri e le regionali del settembre dello scorso anno. E rispetto alle amministrative del 2016? La percentuale di voti ai dem rimane sostanzialmente invariata, ma il numero di voti assoluti è in calo (-733).
La sconfitta della coalizione Partecipa
Nelle amministrative 2021 ad essere colpita è soprattutto la coalizione Partecipa guidata dal candidato sindaco Leonardo Culicchi, ex segretario comunale del Pd, nella quale, oltre al Partito democratico, sono confluite Grosseto città aperta (5,8%), Europa verde (0,8%) e, soprattutto, il Movimento cinque stelle (5,2%). Quella che era, ormai da anni, la coalizione di centrosinistra più tradizionale, alle amministrative 2021 si trova divisa in due formazioni distinte: Partecipa (31,0%), come detto, e Liberali, riformisti e socialisti (5,5%), lista nata da Italia viva, Azione e Partito socialista, guidata da Valerio Pizzuti (5,5%).
Da un punto di vista puramente numerico, l’entrata dei cinque stelle e l’uscita dei Liberali, riformisti e socialisti praticamente non produce alcun effetto sul centrosinistra, visto che prendono circa gli stessi voti. Da un punto di vista politico, invece, l’ingresso del M5s e la formazione di una lista alternativa più centrista potrebbe aver danneggiato il centrosinistra. In attesa dei flussi di voto, possiamo però già ipotizzare che l’astensionismo abbia giocato a sfavore del centrosinistra e del Movimento 5 stelle. Inoltre, si può supporre che molti elettori di quest’ultimo abbiano puntato su altre forze politiche, come per esempio le liste Polo civico per Grosseto (1,5%) e Insieme per Grosseto (0,8%) guidate da Emanuele Perugini (2,4%), nel 2016 eletto nelle fila del Movimento 5 stelle e poi fuoriuscito, e la lista civica Grosseto al centro (1,2%), capeggiata dal candidato sindaco Marcello Campomori (1,6%).
Nel 2016 la coalizione di centrosinistra, che candidava a sindaco Lorenzo Mascagni, formata dalle liste Pd (non era ancora avvenuta la scissione di quelle che saranno Italia viva e Azione), Lorenzo Mascagni sindaco, Passione per Grosseto e Psi, otteneva il 36,1% per un totale di 14.433 voti. Oggi, con il M5s, arriva al 31% (11.078 voti). Nelle elezioni regionali del 2020, invece – dove il centrosinistra si presentava compatto ma senza M5s -, la coalizione del presidente Giani a Grosseto otteneva il 42,4% per un totale di 16.171 voti, mentre nel 2018 il 26,6% (12.533).
Il flop del Movimento 5 stelle
Tra gli sconfitti delle amministrative 2021 grossetane impossibile non citare il M5s: neanche l’arrivo dell’amato ex premier Giuseppe Conte a capo del movimento è valso ad una ripresa del partito.
Come detto, i cinque stelle ottengono il 5,2% per un totale di 1.871 voti, piazzandosi all’ottavo posto tra le liste in competizione. Il 27% (11.804) conquistato dall’allora movimento di Beppe Grillo nelle politiche del 2018 resta ormai solo un miraggio. La crisi dei pentastellati si era già intuita nelle regionali – così come in altre tornate elettorali nel resto d’Italia -, quando arrivarono al 7,2% (2.748 voti). Lontano anche il risultato delle amministrative 2016, quando il M5s conquistò il 18,6% (7.433 voti).
Una sconfitta per tutti: cresce l’astensionismo
Una sconfitta per la politica e tutta la comunità, invece, è rappresentata dalla crescita dell’astensionismo: a Grosseto si è registrato il dato più basso in un’elezione amministrativa dal 1993. Rispetto alle amministrative del 2016, oggi si perdono 4.980 elettori (59,3% vs 67,5%). Probabilmente, a favore dell’astensionismo ha giocato anche la questione no Green pass e no vax, che potrebbe aver accresciuto – se pur in modo marginale – il bacino elettorale di Carlo Vivarelli, candidato sindaco di Prima Grosseto – Italexit con Paragone, che rispetto al 2016, quando si presentava sostenuto dalla lista Toscana Stato, ottiene 364 voti in più, passando dallo 0,5% all’1,5%.