GROSSETO – «Le offese di Vivarelli Colonna manifestano l’insicurezza di un sindaco al capolinea e spaccano la città» così Carlo De Martis, coordinatore e candidato della lista Grosseto città aperta, commenta l’intervento del sindaco uscente dal palco del comizio di Giorgia Meloni in piazza Dante.
«Domenica e lunedì a Grosseto i cittadini saranno quindi chiamati a scegliere tra “il bene” e “il male”. Tra “Il bene” e “la menzogna”. Naturalmente il bene sarebbe Antonfrancesco Vivarelli Colonna, tutto il resto coloro che in questi anni, e soprattutto in questi giorni che ci separano dalle elezioni, non si sono genuflessi al suo cospetto e ambiscono ad una Grosseto nuova e migliore».
«Lo abbiamo appreso al comizio di Giorgia Meloni, dove il sindaco, congestionato dalla sua foga demagogica, ha dato una rappresentazione grottesca, ma anche un po’ comica, della battaglia politica per le imminenti elezioni amministrative. Eccedendo, come spesso gli succede, in toni offensivi e concitati» prosegue de Martis che parla di «pesantissime dichiarazioni pronunciate dall’attuale sindaco».
«D’altra parte – prosegue De Martis – il populismo è la malattia infantile della politica. E quando ci si cade dentro le conseguenze sono inevitabili. Tuttavia i toni di Vivarelli Colonna – e l’esaltazione manichea dello scontro tra il “bene” e il ”male” – questa volta devono aver lasciato un po’ esterrefatto anche lo staff della sua “Bestia”. Della sua macchina della propaganda. Perché la trance agonistica del sindaco, al di là di ogni considerazione sullo stile che dovrebbe caratterizzare i comportamenti di qualunque primo cittadino, è la più palpabile ed evidente manifestazione della sua insicurezza. Dell’ansia da prestazione per una campagna elettorale che immaginava in un modo, e si è trovato ad affrontare in un altro, tanto da fuggire da tutti i confronti pubblici. Con un malumore diffuso in città sia per certi suoi comportamenti arroganti e sopra le righe, sia per il rifiuto montante rispetto a una narrazione encomiastica e autocelebrativa di ciò che quest’amministrazione lascia come eredità».
«Noi non risponderemo a questi argomenti usando i medesimi toni, perché restiamo rispettosi degli elettori, di tutti quanti, anche di coloro che sceglieranno proposte diverse dalla nostra. Perché crediamo che umiltà, educazione e rispetto del prossimo, anche dell’avversario politico, siano valori fondamentali per far crescere una comunità. Ci limitiamo a ribadire che Grosseto è arrivata davvero a un bivio. E che per invertire la progressione evidente verso la marginalità economica e sociale di questi ultimi anni, l’unica vera opportunità è dare un governo diverso alla città. Per stile e contenuti».