GROSSETO – Si è tenuto questo pomeriggio, nella sala Eden di Grosseto, il Consiglio generale della Cisl. Nell’occasione, il Consiglio generale ha incontrato i candidati a sindaco di Grosseto per sottoporre loro alcune domande.
Presenti sette degli otto candidati: Dario Bibbiani, Marcello Campomori, Leonardo Culicchi, Matteo Di Fiore, Emanuele Perugini, Valerio Pizzuti e Carlo Vivarelli. Assente Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
«Abbiamo bisogno di vero amore politico – così esordisce la segretaria generale della Cisl di Grosseto Katiuscia Biliotti, che ha aperto i lavori, rivolgendosi ai candidati -. C’è la necessità di cambiare, di cambiare davvero. Vi è un’assoluta necessità di lavoro, di coesione sociale, solidarietà e partecipazione. Il futuro dei nostri ragazzi non dipende solo dalla quantità di soldi da spendere, ma dipende da competenze, mestieri, talenti, fatiche e sogni che hanno bisogno di essere orientati, formati e accompagnati. Dobbiamo ricostruire insieme nuove politiche del lavoro, del lavoro dignitoso. Per noi il lavoro deve essere la priorità assoluta dei prossimi investimenti. Perchè il lavoro non si crea per decreto o slogan pre-elettorali, ma si costruisce attorno ad un set di competenze alte e adeguate alle esigenze di mercato. Dobbiamo essere uniti per recuperare quel che si è perso negli anni, e ora più che mai la politica deve convergere in obiettivi comuni per ottenere il benessere della collettività. Abbiamo bisogno di vero amore politico, tutti quanti».
«In virtù dell’articolo 3 della Costituzione – dichiara Biliotti dopo aver richiamato alcuni principi costituzionali -, si nota che, purtroppo, siete tutti uomini. Noi crediamo che questo sia un nodo su cui dobbiamo necessariamente riflettere, e che è collegato a molti problemi che riguardano le donne tra cui i tempi di lavoro, i tempi di cura, e anche i tempi per far politica. E tutto ciò viene intensificato dalle continue violenze che ci sono sulle donne, non solo quelle fisiche – punta dell’iceberg -, ma anche quelle psicologiche ed economiche. Visto che è un problema culturale, avete pensato di investire più sulla cultura e sulla formazione dei nostri ragazzi a partire dalla scuola primaria? E soprattutto, pensate, qualora veniate eletti, di investire anche sui centri antiviolenza?», chiede ai candidati.
«La lotta alla violenza sulle donne ci vede tutti dalla stessa parte – risponde Carlo Vivarelli, candidato sindaco di Italexit -. La scorsa settimana tutti noi candidati abbiamo firmato un documento proposto dal centro antiviolenza Olympia de Gouges che ci impegna a contrastare, con tutti i mezzi a nostra disposizione, la violenza contro le donne. Per quanto riguarda il discorso della formazione, nello Stato italiano è costantemente violentata a mio avviso. Il tasso di “analfabetizzazione” in Italia è molto, troppo, alto: un popolo analfabeta è un popolo manovrabile, e questo non va bene. Il problema culturale è uno di quelli che ciascun amministratore deve prendersi sulle spalle».
«Il problema culturale è un problema strutturale – afferma Matteo Di Fiore, candidato sindaco di Potere al popolo -. La parità di genere deve partire anche dalla consapevolezza del genere maschile dei privilegi storici di cui ha goduto per la presenza del patriarcato. E’ ovvio che un’amministrazione che vuole intraprendere un percorso di parità di genere deve intervenire laddove la società si forma, quindi nelle scuole. Vanno potenziati corsi di formazione, anche per il personale scolastico, che contrastino i ruoli di genere».
«All’incontro con il centro antiviolenza, la scorsa settimana, mancava la stessa persona che manca oggi – dichiara Dario Bibbiani, candidato sindaco del Pci -. Vi ricorderete una vecchia pubblicità che diceva: “Come mai non siamo in otto?” “Perché manca Lancillotto”. Ecco, oggi come ieri, Lancillotto risponde al nome di Antonfrancesco Vivarelli Colonna, che si sottrae al confronto. Secondo me è una cosa che viola l’essenza stessa di una scadenza elettorale. Buon per lui che preferisce così. Per quanto riguarda la condizione femminile, come non si esporta la democrazia, così non si può forzare l’emancipazione femminile: donne, non aspettate che gli uomini vi aiutino più di quello che è indispensabile. In questa società di classe, il genere maschile è avvantaggiato, dovete essere voi ad agire».
«Dobbiamo mettere le donne in condizione di poter dire di sì – afferma Leonardo Culicchi, candidato sindaco della coalizione Partecipa -. E’ anche per questo che non ci sono donne a questo tavolo. In famiglia, nel lavoro, lasciamo alle donne un enorme carico di responsabilità, di gestione, ed hanno più difficoltà a delegare rispetto agli uomini. Noi maschi siamo più liberi del nostro egoismo. Dall’altra parte, dobbiamo anche agire sulla fragilità degli uomini. La violenza, infatti, spesso nasce dove non ci si aspetta. Uomini che sembrano forti in realtà sono fragili, e quando perdono qualcuno, come la compagna e i figli, si trasformano diventando violenti. Per primo il Comune deve avere la grande responsabilità di fare un percorso di prevenzione, in secondo luogo deve intervenire in percorsi educativi, anche attraverso le associazioni, per rafforzare queste fragilità che portano con sé la violenza».
Puntare sulla prevenzione è anche l’idea di Emanuele Perugini, candidato sindaco del Polo civico per Grosseto e Insieme per Grosseto: «Dobbiamo impegnarci tutti – afferma -, e il Comune deve sostenere le associazioni e i sindacati che si occupano di violenza di genere e che promuovono l’emancipazione femminile. Non dimentichiamoci che parlare di donna significa parlare della nostra società».
«Stamani, ai miei ragazzi (insegno alle medie), ho chiesto se ci fosse qualche materia che non è prevista nel piano scolastico e che vorrebbero fare – racconta Marcello Campomori, candidato sindaco di Grosseto al centro -. Una ragazza ha detto che vorrebbe frequentare un corso su come difendersi dalla violenza. C’è dunque il bisogno di dare risposta ad un problema percepito anche dai più giovani. Cosa deve fare il Comune? Fare da ponte tra le esigenze delle persone e le eccellenze che si trovano sul territorio, come l’esperienza del numero antiviolenza 1522, che, ad esempio, nessun mio studente conosceva».
«Siamo tutti uomini, è vero, ma la parità di genere ha fatto da linea guida nella formazione della lista che mi sostiene: ci sono 16 candidate e 16 candidati – così Valerio Pizzuti, candidato sindaco dei Liberali, riformisti e socialisti -. Per arginare il problema della violenza sulle donne, tra le misure che proponiamo c’è lo “Sportello Zeus”, che faccia assistenza agli uomini che hanno pulsioni violente. Questo è stato proposto da una nostra candidata che è criminologa».
Tra le domande rivolte ai candidati dalla dirigente Cisl anche la valorizzazione del centro storico, gli incentivi alla politica culturale e alle attività sportive. Altro argomento di punta è stato il turismo e le politiche da mettere in campo per il suo sviluppo, passando anche per la digitalizzazione nelle frazioni e lo smartworking, o ancora l’importante questione del sistema sanitario e delle azioni da realizzare aiutare le fasce più deboli. Non potevano mancare poi le domande sulla scuola, in particolar modo sul potenziamento del trasporto scolastico e della messa in sicurezza degli edifici, e sul caporalato in agricoltura: una piaga ancora presente in Maremma. Infine una riflessione su come rilanciare l’economia manifatturiera del territorio partendo dal protocollo d’intesa “Grosseto va avanti” sottoscritto da tutte le associazioni, dalle amministrazioni e dalla Regione Toscana.
In conclusione la segretaria generale della Cisl ha voluto ringraziare i candidati sindaco presenti: «Vi ringrazio davvero – ha detto Biliotti – a nome di tutto il sindacato, perché oggi siete stati con noi, perché vi siete confrontati, perché ci avete dato delle risposte. Ci dispiace che non sia stato presente il sindaco uscente, che attendevamo poiché aveva accettato il nostro invito, perché sarebbe stato interessante averlo a questo ricco confronto».