GROSSETO – Sono circa 100 le persone senza fissa dimora del territorio grossetano che sono state vaccinate contro il Covid, grazie alla collaborazione fra Asl Toscana sud est, Coeso -Società della Salute, Caritas diocesana di Grosseto e associazione di volontariato “Le querce di Mamre”.
A questo fine, sono state organizzate quattro giornate presso la sede della caserma Savoia Cavalleria di Grosseto dove i senza fissa dimora che si sono presentati sono stati sottoposti a vaccinazione. Ciò ha determinato un importante contributo alla prevenzione individuale e collettiva del virus.
“Anche questo è stato un passo importante verso l’immunizzazione contro il Covid – commenta Fabrizio Boldrini, direttore zona Colline Metallifere, Amiata grossetana e grossetana -. Il lavoro di informazione e coinvolgimento delle persone socialmente più emarginate, svolto da Caritas e associazione Querce di Mamre, ha agevolato il nostro compito e lo dimostra il numero importante di somministrazioni eseguite. Ciò ha determinato un importante contributo alla prevenzione individuale dalla malattia, ma anche della collettività. A questo punto della campagna, è fondamentale andare a facilitare sempre di più l’accesso al vaccino di quelle persone che presentano maggiori difficoltà, che siano sociali o linguistiche, e che senza un adeguato coinvolgimento e una puntuale informazione, fatti anche direttamente nel loro ambienti di vita, non si vaccinerebbero. Per questo è essenziale unire le forze e creare sinergie tra i diversi attori della società, come in questa occasione. Da parte della Asl Toscana sud est c’è la massima disponibilità a mettere in campo tutte le risorse che possano agevolare la vaccinazione di queste persone, come stiamo facendo anche per i cittadini stranieri”.
Caritas e Querce di Mamre, attraverso il lavoro quotidiano che svolgono a contatto con svariate forme di marginalità, hanno avuto la possibilità di proporre l’iniziativa a quanti usufruiscono dei loro servizi. “Stare sulla strada – sottolineano don Enzo Capitani, direttore di Caritas diocesana e Pietro Mondì, presidente delle Querce di Mamre – ci permette di essere sentinelle di quanti, fuori dai circuiti abituali di cittadinanza, non sarebbero intercettati né intercettabili. Coi nostri volontari ci siamo, dunque, attrezzati per informare coloro che abbiamo incontrato nel consegnare il cibo o nell’accogliere in Caritas per la doccia e la risposta è stata importante”.
Già a gennaio la Caritas diocesana era stata coinvolta in un’altra iniziativa: “Tampone solidale in tempi di pandemia”, organizzata dalla Simg – Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, dalla Caritas Toscana e dalla Federazione Regionale delle Misericordie della Toscana, con il patrocinio della Regione stessa e con il supporto non condizionato di Menarini.
“In quel caso – ricorda Luca Grandi, vice direttore di Caritas – 52 senza fissa dimora erano stati sottoposti a tamponi rapidi attraverso operatori della Misericordia. In un caso il risultato aveva dato esito positivo, per cui la persona era stata presa in carico dalla Asl per essere sottoposta a tampone molecolare. Si tratta di azioni importanti perché attivano delle significative collaborazioni fra enti e istituzioni in una logica di prevenzione e di presa in carico di fasce molto fragili della popolazione. Anche questo, per quanto riguarda Caritas, significa assolvere al mandato di farci prossimi. Non c’è solo il cibo o il vestiario a cui provvedere; anche assicurare un aiuto concreto sul versante della salute è un esercizio di carità”.