GROSSETO – Dal 15 ottobre scatta l’obbligo di green pass anche sui luoghi di lavoro e l’unico modo per evitare questa disposizione, che riguarda tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato, è la “certificazione di esenzione alla vaccinazione Covid-19”. Come si ottiene, chi la rilascia, per quali motivi viene rilasciata. Proveremo a spiegare come funziona sulla base del vademecum realizzato dalla Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg).
La prima cosa da sapere è che ad oggi le certificazioni possono essere valide fino al 30 settembre e quindi anche quelle già rilasciate sono prossime alla scadenza. La validità verrà aggiornata quando, come previsto dalla normativa, sarà lanciato il sistema nazionale per l’emissione digitale delle certificazioni, in modo da poterle poi verificare attraverso lo stesso sistema del green pass. Al momento, però, questo sistema non esiste ancora.
Qui trovate il vademecum: scarica il documento integrale.
Chi può rilasciare la certificazione
La certificazione di esenzione alla vaccinazione anti COVID-19 può essere rilasciata solo nel caso in cui la vaccinazione stessa debba essere posticipata o addirittura sconsigliata per la presenza di specifiche condizioni cliniche documentate che ne controindichino la somministrazione in maniera permanente o temporanea.
Fino al 30 settembre 2021, salvo ulteriori disposizioni, le certificazioni potranno essere rilasciate direttamente da:
1. Medici vaccinatori dei Servizi vaccinali delle Aziende ed Enti dei Servizi Sanitari Regionali
2. Medico responsabile del centro di sperimentazione in cui è stata effettuata la vaccinazione, nel caso di rilascio della certificazione ai cittadini che hanno ricevuto il vaccino ReiThera (una o due dosi) nell’ambito della sperimentazione dello stesso. Il certificato potrà essere rilasciato, con validità fino al 30 settembre 2021.
3. Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta che abbiano aderito alla campagna vaccinale, cioè che abbiano le credenziali per inserire i dati nei sistemi Regionali/Nazionali.
– Il medico che rilascia tale esenzione, deve registrare nel proprio software le motivazioni alla base di tale decisione per future verifiche e monitoraggio. Tali motivazioni non possono essere contenute nel certificato di esenzione rilasciato all’interessato.
– Nel caso in cui la richiesta provenisse direttamente dall’assistito in assenza di idonea documentazione, lo stesso dovrà essere inviato a valutazione e decisione da parte dello specialista idoneo; inoltre, la circolare del Ministero della Salute al fine di supportare i medici vaccinatori nella valutazione dell’idoneità alla vaccinazione, prevede che le Regioni e PA promuovano l’individuazione presso i Centri Vaccinali o altri centri ad hoc di riferimenti tecnici per la modalità di presa in carico dei casi dubbi e un gruppo tecnico regionale di esperti in campo vaccinale. La certificazione deve essere rilasciata a titolo gratuito, avendo cura di archiviare la documentazione clinica relativa, anche digitalmente, per il monitoraggio delle stesse.
Motivi di rinvio del vaccino
Si tratta di condizioni per le quali è preferibile posticipare la vaccinazione. Esse non rappresentano né controindicazione né precauzione, ma una opportunità considerando la protezione già garantita dalla recente infezione o i rischi di possibile trasmissione dei soggetti in quarantena o con sintomatologia compatibile con COVID-19:
Paziente di recente affetto da infezione asintomatica o malattia accertata da SARS-CoV-2 laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal primo tampone positivo.
a – Paziente con malattia di COVID-19 recente che abbia ricevuto terapia con anticorpi monoclonali laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal trattamento.
b -Soggetto in quarantena per contatto stretto fino al termine del periodo di isolamento.
c -Soggetto con sintomi sospetti di COVID-19 fino al risultato del tampone
d – Paziente con malattia acuta severa non differibile (es – evento cardiovascolare acuto, epatite acuta, nefrite acuta, stato settico o grave infezione di qualunque organo/tessuto, condizione chirurgica maggiore, …)
Queste condizioni non necessitano di alcuna certificazione di esenzione. I casi a e b hanno diritto al green pass di guarigione valido 6 mesi, mentre la valutazione della opportunità di vaccinazione per i casi c e d avverrà rispettivamente alla fine della quarantena o successivamente al termine del percorso diagnostico.
Controindicazioni
In generale un vaccino non deve essere somministrato quando è presente una controindicazione tale che il rischio di reazioni avverse è maggiore dei vantaggi indotti dalla vaccinazione. Tale valutazione deve essere riferita allo specifico tipo di vaccino che si intende somministrare. La presenza di una controindicazione ad uno specifico vaccino non esclude la possibilità che possano essere somministrati altri vaccini disponibili. Tra le controindicazioni più comuni ci può essere la ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti di uno dei vaccini utilizzati in Italia.
Gravidanza
La vaccinazione non è controindicata in gravidanza. Qualora, dopo valutazione medica, si decida di rimandare la vaccinazione, alla donna in gravidanza potrà essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione.
Allattamento
L’allattamento non è una controindicazione alla vaccinazione.
Guillain-Barré
La sindrome di Guillain-Barré è stata segnalata molto raramente dopo somministrazione di Vaxzevria (Astrazeneca) e Janssen (Johnson & Johnson). Qualora insorta entro 6 settimane dalla vaccinazione, senza altra causa riconducibile, è prudente non eseguire ulteriori somministrazioni dello stesso tipo di vaccino. Potrà essere comunque considerato l’utilizzo di un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione.
Pericardite / Miocardite
Dopo la somministrazione dei vaccini ad mRna sono stati osservati cassi di miocardite e pericardit. La decisione di somministrare la seconda dose in persone che hanno sviluppato una miocardite/pericardite dopo la prima deve tenere conto delle condizioni cliniche dell’individuo e deve essere presa dopo consulenza cardiologica e un’attenta valutazione del rischio/beneficio. Laddove si sia deciso di non procedere con la seconda dose di vaccino anti COVID-19 a mRNA, può essere considerato l’utilizzo di un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione.
Test sierologici
Si ricorda che l’esecuzione di test sierologici che rilevano la risposta anticorpale nei confronti del virus non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale non rappresentando al momento alternativa al completamento del ciclo vaccinale e la presenza di un test positivo per anticorpi anti- SARS-CoV 2 non è una controindicazione alla vaccinazione.