GROSSETO – «Come abbiamo sostenuto da anni per difendere gli interessi del popolo grossetano, in materia del servizio sui rifiuti urbani, come per altri servizi: “basterebbe copiare” dalle realtà italiane e regionali più virtuose e sui cassonetti affatto “intelligenti” avevamo registrato e segnalato il loro abbandono in decine di città che l’avevano in precedenza introdotti. Ma a Grosseto si perseguono altri interessi».
Af affermarlo la lista Potere al Popolo in una nota stampa.
«È sotto gli occhi di tutti che il cassonetto stradale è una calamita per depositi scorretti – affermano -. Con tali raccolte la qualità delle frazioni differenziate contengono troppe impurità, non consentendo ai Comuni di vendere tali frazioni alle industrie, le quali giustamente vogliono ricevere solo se le frazioni raccolte contengono percentuali minime di altri materiali.
Gli amministratori di Grosseto, come quelli di altri comuni della provincia, hanno voluto introdurre ugualmente i cassonetti affatto “intelligenti”, abbandonando la raccolta porta a porta, che invece consente una verifica puntuale.
La prima conferma dell’errore di affidarsi a tali cassonetti molto poco “intelligenti” viene da Follonica, dove finalmente è stata avviata una prima verifica, di cui Sei Toscana da’ notizia».
«Vi si legge: “In totale sono state analizzate 7.500 utenze e le lettere (inoltrate dal Comune di Follonica alle famiglia) sono state inviate a circa mille cittadini. Le lettere sono state inviate a chi non ha mai utilizzato la tessera per l’apertura dei cassonetti , che contengono la frazione residua non riciclabile, o a chi ne ha fatto un uso molto limitato”. Il che significa che il 13% di non riciclabile non è stato conferito correttamente ed è finito negli altri cassonetti dei materiali riciclabili (carte, plastiche o di altro materiale differenziato).
Via via che è cresciuta la quantità della raccolta differenziata e di conseguenza l’offerta delle varie frazioni raccolte ai singoli consorzi nazionali di filiera, sono state introdotte in maniera crescente le fasce di purezza per misurare la presenza o meno di materiali indesiderati e capaci di incidere negativamente nei processi industriali di recupero».
«L’ultimo accordo tra l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e il Consorzio dei produttori di Carta (Conai) prevede ben otto diversi valori al conferito in funzione della presenza di frazioni estranee alla carta, fino al massimo consentito del 10% di frazione estranea. Per stabilire il corrispettivo da pagare ai Comuni si va dalla prima fascia al 100% del valore , pari a 117 €/tonn per l’anno 2021, se la frazione estranea è inferiore al 1,5% del totale, fino all’ottava fascia se vi si rinviene una frazione estranea oltre il 10%, il cui valore è zero. Inoltre per tutte le fasce successive alla prima è previsto una detrazione per compensare i costi di estrazione, trasporto e smaltimento delle frazioni estranee. Lo stesso avviene per le altre frazioni».
«La prova – concludono – delle scelte contrarie agli interessi dei cittadini fatte dalle amministrazioni comunali a Grosseto sta nel fatto che mentre nei Comuni più virtuosi i ricavi dalla vendita delle frazioni raccolte dimezzano il costo, a Grosseto tali entrate sono irrisorie. Per questo Potere al Popolo vi invita a cambiare».