GROSSETO – «La notizia della definitiva spaccatura sulla candidatura di Grosseto a Capitale della cultura costituisce per il nostro territorio una ferita profondissima, capace di arrecare un danno enorme al tessuto, non solo culturale, della nostra comunità».
Interviene così Carlo De Martis, candidato nella lista ‘Grosseto Città Aperta’ a sostegno di Leonardo Culicchi.
«La storia è nota – afferma De Martis -. Vivarelli Colonna, insieme al suo assessore alla cultura, aveva deciso di candidare la città a capitale della cultura, sennonché all’indomani scopriva che anche i comuni della montagna stavano lavorando ad una analoga candidatura per l’area dell’Amiata. Ieri nove sindaci dell’area nord della provincia hanno lanciato una proposta per uscire da questa impasse, invitando l’intero territorio a presentare una candidatura unitaria, forte, coesa e articolata, ma il Comune di Grosseto ha respinto la proposta al mittente, insistendo in una politica isolazionista e di chiusura che è esattamente l’antitesi del ruolo che dovrebbero svolgere la politica in generale e, in particolar modo, le politiche culturali».
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«Un corto circuito che manifesta ancora una volta l’attitudine di Vivarelli Colonna – che oltre ad essere il sindaco del capoluogo sarebbe pure il presidente della provincia – ad isolarsi anziché fare rete, a dividere anziché tenere insieme. Per noi grossetani questo esito purtroppo non stupisce, perché è la cifra di cinque anni di governo che hanno portato Grosseto fuori dai principali circuiti, riflettendosi anche sulle politiche culturali, di fatto concretizzatesi nell’assenza di una politica culturale propriamente detta in favore della pura e semplice offerta di una quantità di ‘prodotti’ artistici e culturali, spesso e volentieri al servizio del turismo. ‘Prodotti’ in moltissimi casi pregevoli, certo, ma orfani di una visione di fondo, di un coordinamento ed un adeguato ascolto delle realtà locali, orfani di un’idea di comunità e di una complessiva proposta di sviluppo del territorio, che è il compito che spetterebbe ad una amministrazione comunale».
«Per questo – dichiara Carlo De Martis – il primo impegno di Grosseto Città Aperta sarà quello di istituire gli Stati generali della cultura. Per elaborare una rinnovata politica culturale, aperta alla contemporaneità, l’intercultura e l’innovazione, e farci uscire dalle secche di quel provincialismo nel quale siamo stati trascinati in questi anni. Apriremo un Forum cultura, permanente e partecipato, nel quale dare spazio alle realtà artistiche e culturali del territorio e rafforzeremo Cap58100-Cantiere d’Arte Pubblica, valorizzandone il dialogo con chi si occupa degli strumenti urbanistici per renderlo un vero e proprio Urban center.
Ripenseremo la funzione dei teatri cittadini rendendo il Teatro degli Industri la casa delle compagnie locali, aperto anche alla sperimentazione. Promuoveremo un grande festival culturale transdisciplinare che alimenti le produzioni del territorio, che sia diffuso nelle frazioni e abbia una qualificata direzione artistica con un respiro internazionale. Riattiveremo la mediateca regionale e l’arena estiva per il cinema al Cassero, abbandonate da questa amministrazione, e progetteremo una Film commission con il contributo degli operatori locali del settore. Daremo una nuova veste ai musei, da interpretare non solo come attrattori turistici ma quali ‘centri di comunità’».
«Con la consapevolezza – conclude De Martis – che la cultura svolge una funzione sociale essenziale e la si fa non solo nei teatri e nei musei. La si fa e la faremo anche nei pub, nei bar, nei ristoranti e in tutti quei luoghi pubblici e privati che sono i quotidiani spazi di incontro delle persone, specialmente le più giovani, per inaugurare una progettazione culturale che realmente li includa e li renda, finalmente, il motore della partecipazione e dell’innovazione per la Grosseto di domani».